Gene Gnocchi: "Quel maiale è Claretta Petacci". E’ bufera

Durante il suo intervento a “Di Martedì” il comico Gene Gnocchi ha ironizzato sulla Petacci, l'amante del Duce, paragonandola ad un maiale: lo sdegno è diventato collettivo.

Gene Gnocchi: "Quel maiale è Claretta Petacci". E’ bufera

Gene Gnocchi si trova al centro di infuocate polemiche social per una battuta sul maiale della Romanina, il porcello fotografato tra i rifiuti di Roma: il comico ha chiamato, ironicamente, il suino Claretta Petacci. In queste ore l’hashtag #GeneGnocchi è tra i topic trend di Twitter e centinaia di persone, ed esponenti politici, stanno vomitando il loro, accorato, sdegno.

La nipote del duce, l’eurodeputata di Forza Italia Alessandra Mussolini, è immediatamente scesa in campo scrivendo: “Gene Gnocchi, tu sei un verme! Paragonare il maiale che gira per Roma alla Petacci è una merdata che solo uno stronzo come te poteva partorire“. L’ex senatore Marcello De Angelis ha riesumato il “Cantos” di Ezra Pound: “Manes fu conciato e impagliato/ così Ben e Clara a Milano/ che vermi mangiassero il tortello morto/ ma il due volte crocefisso/ dove lo trovate nella storia?”. Il deputato ex An, Massimo Corsaro, anela un intervento della Boldrini: “Signora Presidente, nulla da dire sulla performance di Gene Gnocchi e Floris?”

Simone Di Stefano, vicepresidente di CasaPound Italia, ha postato lo scatto della Petacci, morta appesa a testa in giù a piazzale Loreto scrivendo che Claretta era una donna innocente, innamorata, uccisa, stuprata, appesa e maciullata dai partigiani: “Goditi il frutto del tuo odio. Ne sarai orgoglioso, vigliacco”. Nina Moric non poteva mancare nella discusisone ed ha espresso solidarietà ad Alessandra Mussolini.

L’associazione no profit “Campo della Memoria”, che si è interessata al restauro della tomba monumentale della Petacci al Verano di Roma, sta raccogliendo le firme per chiedere l’allontanamento di Gnocchi dalla trasmissione condotta da Floris.

Claretta non era semplicemente una donna avvinta all’amore di Mussolini, tanto da immolarsi per lui: la Petacci, per Mussolini, fu amante, amica, segretaria, confidente, complice, fedele discepola e incitatrice fino a divenire, più tardi, quando il dittatore stava sprofondando, la sua massima sostenitrice, capace di seminare orgoglio, dignità. Voleva e credeva nella sua resurrezione politica, in Salò, il suo Dio operava per il bene. Claretta era la sua consigliera, un fortezza inespugnabile ove il Duce poteva rinfrancarsi.

Non vi è veramente alcuna responabilità in tale atteggiamento, schierarsi con il male non ha quindi alcun senso? La riabilitazione storica oramai è imperante, tutti divengono martiri, ed anche Claretta è stata assunta sull’altare della povera concubina che ha dato la vita per amore.

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