Nell’ultimo episodio di “Dritto e Rovescio” su Rete4, condotto da Paolo Del Debbio, il solito scenario televisivo di cronaca e giustizia è stato ribaltato dalla figura di Elena Cecchettin. Ma ciò che sembrava essere un segmento programmato secondo il tipico “format” della cronaca nera, ha preso una svolta inattesa. Elena Cecchettin, di fronte alla casa di famiglia a Vigonovo, provincia di Venezia, non ha seguito il copione preordinato e chiede una giustizia esemplare.
Con coraggio e determinazione, ha preso la parola, sconvolgendo le aspettative di tutti, inclusi gli ospiti in studio. Le sue parole hanno scosso le fondamenta, esponendo la realtà della cultura patriarcale che permea la società. Ha affermato: “La cultura del reato è quell’insieme di azioni che sono volte a limitare la libertà della donna. Come controllare un telefono, essere possessivi, fare catcalling ed è una struttura di cui beneficiano tutti gli uomini.”
Elena ha puntato il dito non solo sull’assassino, ma sulla società patriarcale, chiamando gli uomini a prendere responsabilità: “Non tutti gli uomini sono cattivi mi viene detto, si è vero, ma tutti gli uomini ne beneficiano. Quindi tutti gli uomini devono essere attenti, magari richiamando un amico che fa catcalling a una passante o il collega che controlla la ragazza.“
Le sue parole sono state un’irruzione nella televisione generalista, che spesso evita di affrontare temi così complessi e profondi. Cecchettin ha sollevato questioni urgenti riguardo all’educazione sessuale e affettiva, alla necessità di finanziare i centri antiviolenza e alla mancanza di protezione dello Stato per le donne.
Il suo discorso, sebbene audace e lucido, ha subito l’assalto di alcune figure di spicco della destra, che cercano di minimizzare o ridicolizzare le sue affermazioni. Elena Cecchettin non è più solo la sorella di una ragazza scomparsa per tale reato, ma è diventata un simbolo, una voce di protesta che sfida lo status quo e chiama all’azione contro la cultura patriarcale che alimenta la discriminazione contro le donne.
In un momento in cui il femminismo ha preso piede in Italia attraverso movimenti come Non Una Di Meno, le parole di Cecchettin rappresentano un richiamo alla nuova consapevolezza sociale che sta emergendo. Il suo coraggio e la sua determinazione pongono domande difficili ma necessarie alla società, evidenziando l’urgenza di cambiamenti strutturali e culturali per porre fine alla violenza di genere.