Cristina e Benedetta Parodi, le celebri sorelle nonché conduttrici della nuova deludente edizione del programma di intrattenimento pomeridiano “Domenica In“, tornano a far parlare di sé non tanto per i risultati degli ascolti regitrati dal loro programma domenicale, quanto per i loro astronomici compensi, rivelati dalla testata giornalistica “Il Fatto Quotidiano”.
Stando a quanto riportato dall’autorevole fonte giornalistica de “Il Fatto Quotidiano”, la celebre giornalista Cristina Parodi riceverebbe un compenso di 25 mila euro a puntata, mentre alla sorella Benedetta sarebbero riservati solo 12 mila euro a puntata. Una notizia che è stata diramata solo qualche ora fa, ma che ha già scatenato una bufera mediatica, alimentando l’indignazione degli internauti e non solo.
Come è stato fatto notare da molti “leoni della tastiera” le sorelle Parodi non meriterebbero proprio cifre del genere, anche in considerazione del fatto che l’edizione da loro proposta quest’anno al grande pubblico televisivo, passerà forse come la peggiore della storia del programma, che ha raccolto le critiche di personaggi molto noti del mondo Rai, tra cui l’ex direttore di Rai 1 Fabrizio Del Noce e il consigliere Rai Carlo Freccero.
I meglio informati hanno anche sottolineato sui social network il fatto che le sorelle Parodi proseguirebbero a percepire quelle cifre anche se il loro programma continuerà a registrare dati di ascolti sempre più deludenti, poiché il loro compenso non è legato ai dati Auditel. Solo la sospensione anticipata del programma – tanto invocata da molti, ma ipotesi decisamente esclusa dal direttore generale Rai Mario Orfeo – potrebbe interrompere l’erogazione di un tale stipendio che in molti giudicano non meritato.
Nel frattempo anche la conduttrice e giornalista Cristina Parodi ha voluto dire la sua affidando un messaggio al noto social network di twitter dove qualche ora fa ha pubblicato un tweet in cui afferma di non ricevere affatto i compensi indicati dal “Il Fatto Quotidiano”, smentendo così le imprecise informazioni rese dall’autorevole rivista.