C’è uno spot pubblicitario del Conad che fa discutere. Si vede un ragazzo meridionale che deve partire per andare a lavorare al Nord il giorno di Natale. La madre, tra i tanti effetti personali del figlio, infila nella valigia anche un caciocavallo, come un novello Totò e Peppino in viaggio a Milano. Il giovane, però, non gradisce la decisione della madre, leva il formaggio e accetta, invece, la carta Conad regalata dal padre.
La pubblicità, annunciata con grande entusiasmo dall’amministratore delegato Francesco Pugliese, è stata lanciata il 20 dicembre, in occasione del periodo natalizio. Doveva essere una pubblicità originale. Si è invece dimostrata un fallimento. Perché la reazione del pubblico non è stata affatto positiva. Molti infatti hanno stigmatizzato lo spot, definendolo obsoleto e pieno di “pregiudizi sul Meridione”.
Sui social si è scatenata la bagarre contro il video che rappresenta “un’Italia stereotipata dove vengono messi in luce tutti i peggiori luoghi comuni dell’italianità”. Uno spot definito “retrogrado” e razzista: “Si parla tanto di razzismo, poi guardi la pubblicità della Conad e vedi i più beceri pregiudizi sui meridionali”.
La polemica è giustificata. Nessun ragazzo del Sud parte più con il caciocavallo in valigia da almeno 100 anni. Oggi, dal Sud partono quasi tutti con una laurea sotto il braccio, e con tanto di specializzazioni post-universitarie. Dipingere il ragazzo del Sud con il formaggio in valigia è una immagine che risale agli inizi del Novecento, in un periodo in cui non emigravano solo i meridionali. Chiedere ai veneti.
Secondo i detrattori, spot simili non aiutano a cancellare l’ignoranza e il pregiudizio di tanti settentrionali verso i meridionali. Esiste ancora il luogo comune secondo cui il ragazzo del Sud sia un “terrone ignorante”. Quando invece il ragazzo meridionale di oggi ha due lauree, parla quattro lingue, e va spesso a lavorare all’estero, sorvolando volentieri sul Nord.