Cartoni animati anni ’80 e ’90: non solo traumi e disagi!

Gli studiosi avanzano l’ipotesi che i cartoni animati giapponesi di quel periodo potrebbero aver formato una generazione depressa. Ma sarà poi così vero ? Si propone una prospettiva diversa: personaggi attivatori di sentimenti e risorse.

Cartoni animati anni ’80 e ’90: non solo traumi e disagi!

Ancora adesso, ad anni di distanza, ci si potrebbe facilmente commuovere sentendo la voce di Cristina D’Avena intonare le sigle di quei cartoni animati che tenevano incollati allo schermo fino all’ultimo istante. L’elemento disagio, certamente, è stato catalizzatore di molte trame, spesso accompagnato dalla morte dei genitori del protagonista, in particolare modo della madre, e il dramma del bambino che deve affrontare la vita, solo contro il mondo.

Pensiamo a Candy Candy, abbandonata alla casa di Pony e alla piccola Sara che, da bimba ricchissima, iscritta a un collegio di prestigio, diventa improvvisamente povera e viene maltrattata dalla direttrice della scuola. Ricordiamo Georgie che, trovata dal signor Butman tra le braccia della mamma morente e accolta in casa, dopo un’infanzia felice viene cacciata dalla madre, alla morte del padre, e si trova ad affrontare avvenimenti tragici, in un periodo di guerra e miseria. Non si può non citare Pollyanna che, rimasta orfana, è costretta a vivere con l’austera zia Polly, in un contesto di grande malinconia. Per finire rimembriamo Heidi, indimenticabile bambina catapultata dalle Alpi alla città, Dolce Remi’, Anna dai capelli rossi, Lady Oscar e la lista potrebbe riempire pagine e pagine.

Se questi cartoni animati avessero contribuito a una generazione depressa, perché sarebbero ancora così amati? Li portiamo nel cuore perchè tutti ci siamo sentiti nei panni di quei personaggi o avremmo voluto esserlo!

Tali figure hanno affrontato gravi situazioni e persino pericoli; sono stati in solitudine, abbandonati, apparentemente senza possibilità di riscatto ma il loro epilogo è stato vincente. Si potrebbe quasi recitare: “Dopo la tempesta sorge sempre il sole”. Candy Candy si afferma e torna alla casa di Pony per festeggiare con i suoi amici ; Sara non si dà mai per vinta e va avanti con altruismo e generosità verso gli altri; Pollyanna riesce a scorgere, quando la vita sembra presentare solo negatività, il lato positivo delle cose e a trasmetterlo persino a sua zia, che esteriorizza sentimenti impensabili.

Heidi è in grado, con l’amore, di scalfire anche i cuori più duri e fa credere nell’amicizia, la cui metafora si incarna nella scena in cui Clara si alza in piedi.Sono presenti non solo i valori più duri ma anche quelli di speranza, di amicizia, rivalsa, amore e risoluzione di conflitti come, ad esempio, l’invidia e la gelosia. Le nostre eroine vivono situazioni sentimentali con personalità maschili che han fatto la storia come il tenebroso Terence di Candy Candy, Abel e Arthur di Georgie e Andrè di Lady Oscar. Ammettiamolo, ragazze di quegli anni, li ameremo per sempre!

Lo studio in questione mette in evidenza spunti importanti ma si può considerare un altro aspetto: il bagaglio prezioso di risorse che ognuno di noi possiede e che si attivano quando le difficoltà bussano alla porta. Anche loro, probabilmente, ci hanno insegnato a sviluppare un pò di quella famosa e tanto acclamata resilienza, ovvero la capacità di un individuo di affrontare e superare situzioni problematiche.

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