Giornalista e conduttrice Rai, Alda D’Eusanio ha dovuto, per causa di forza maggiore, accantonare per ben 5 anni il suo lavoro a causa di un bruttissimo incidente che le ha segnato per sempre la vita. La conduttrice, oggi 67enne, il 24 gennaio 2012 è stata travolta da uno scooter mentre stata passeggiando a Roma in corso Vittorio Emanuele.
Trasportata immediatamente al Policlinico Gemelli dopo averle riscontrato un trauma cranico, la giornalista è entrata in un coma profondo che le ha portato via i ricordi di tutta una vita. Alda infatti, intervistata dalla giornalista Francesca Fagnani a “Belve” ha raccontato di non ricordare più nulla della sua infanzia e di essere rimasta molto traumatizzata da questo evento.
Ancora oggi la D’Eusanio è in cura e sta seguendo alcune terapie per aiutarla a far emergere tutti i suoi ricordi ma, nonostante tutto, ha anche dichiarato che per lei la morte può essere considerata un evento bellissimo: “Il ricordo è di una sensazione stupenda. L’essere umano ha paura della morte, ma quando muori è bellissimo, se muori all’improvviso com’ero morta io. Non senti assolutamente nulla e ti liberi del corpo”. Questo racconto potrebbe essere una trama di un film di fantascienza ed invece la giornalista ha svelato una cosa realmente accaduta a lei durante la sua malattia.
Alcuni mesi fa, Alda, ospite di Silvia Toffanin nella trasmissione Verissimo dichiarò, in tutta onestà, di aver compreso l’errore fatto durante la malattia del marito: “La prima cosa che ho fatto, uscita dal coma, è stato il testamento biologico. Per evitare quello che io ho fatto a mio marito. L’ho fatto operare 4 volte in pochi giorni. Pur di tenermelo. L’amore vero è quando pensi al suo bene, non al tuo”.
La giornalista, oggi, ricorda solamente quel momento vissuto tra la vita e la morte ma soprattutto ammette di essere rimasta sospesa più volte, entrando ed uscendo dal suo corpo, quando le emorragie comprimevano il suo cervello. La madre, non è mai andata in ospedale a trovarla e la giornalista ha potuto rivederla solamente tre anni dopo: “Dice che aveva paura di vedermi e di vedere la sofferenza”.