Barbara D’Urso smaschera Salvini sul DDL Zan: "Quello che dici non c’entra niente"

A "Live - Non è la D'Urso" si parla del DDL Zan, ospite Matteo Salvini. Il leader della Lega esprime la sua opinione sulla Legge contro Omotransfobia, Misoginia e Abilismo, ma va fuori tema. Barbara D'Urso lo blocca e lo mette davanti alla verità dei fatti.

Barbara D’Urso smaschera Salvini sul DDL Zan: "Quello che dici non c’entra niente"

È successo domenica scorsa, 2 maggio 2021, nell’ultimo appuntamento in onda su Canale 5 del talk show serale Live Non è la D’Urso. Ospite del salotto della conduttrice napoletana è stato Matteo Salvini, che ha parlato del “Caso Fedez” e delle conseguenti polemiche che hanno visto coinvolte varie personalità del suo partito.

Giunto a parlare nel dettaglio della Legge contro Omotransfobia, Misoginia e Abilismo, il leader del’ex Lega Nord ha espresso, ancora una volta, il suo pensiero in merito: “Ci sono due passaggi che io contesto, come il fatto che preveda la censura e la galera fino a 6 anni per chi esprime alcune idee come me e milioni di italiani”. Matteo Salvini, così, palesa una delle sue tante idee sul mondo omosessuale: “Ritengo che l’amore sia libero ma che i bimbi abbiano bisogno di una mamma e di un papà […]. Aggiungo che sono contro l’utero in affitto”.

Matteo Salvini cerca di mettere insieme due argomenti che dovrebbero restare separati, perché non strettamente connessi, come gli fa notare proprio Barbara D’Urso, che lo interrompe: “Ma questo non c’entra niente con il DDL Zan”, afferma la presentatrice con espressione sbigottita. Presa la parola, la conduttrice fa poi un esempio pratico per spiegare a Salvini come funzionerebbe la legge che ha preso il nome da Alessandro Zan, esponente del Partito Democratico: “Il DDL Zan chiede l’aggravante per la discriminazione sessuale. Faccio un esempio: se io vengo aggredita per strada […] quello che mi aggredisce viene punito e va in carcere. Se io vengo aggredita per strada perché sono omosessuale […] vengo aggredita in quanto omosessuale e non aggredisce solo me ma tutta la categoria”.

Salvini discrimina i bambini delle coppie omogenitoriali

Ricordiamo l’ex ministro Matteo Salvini nel 2019 aveva fatto cambiare la dicitura sul sito del Viminale da ‘Genitore’ a ‘Padre/Madre’ nel modulo per la richiesta della carta d’identità per i minori. Piccolo “dettaglio burocratico” che ha creato non poche difficoltà ai figli delle cosiddette “famiglie arcobaleno” che, avendo come genitori due uomini o due donne, hanno avuto diverse difficoltà nella registrazione per l’ottenimento del documento di riconoscimento.

Il grande ammiratore di Donald Trump sembra non aver ancora digerito il superamento della sua modifica fatta dall’attuale ministra dell’interno, Luciana Lamorgese, che ha riportato le diciture “genitore 1” e “genitore 2” nelle carte d’identità degli under 14. Il confronto tra il politico e la D’Urso, ad ogni modo, è andato avanti a lungo, fino a quando per ragioni di programma si è dovuto passare ad altri argomenti.

Salvini avrà capito che il DDL Zan non c’entra con la possibilità per una coppia gay di avere figli o meno? Siamo certi che “il capitano”, nonostante la spiegazione di Barbara, che si conferma come una delle conduttrici televisive più impegnate per i diritti LGBT e contro l’omofobia, tornerà a ripetere, sui social e in tv, questo tipo di riflessioni totalmente scollegate dalla materia che tratterebbe il disegno di legge che è stato recentemente calendarizzato in Commissione Giustizia. 

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