La semifinale andata in onda venerdì sera su Real Time ha sancito un dato incontrovertibile: i tre concorrenti che si sfideranno per vincere il titolo di miglior pasticcere amatoriale d’Italia saranno Irene, Iolanda e Federico. La sesta edizione di Bake Off Italia volge così al termine dopo 13 puntate in cui non sono mancati i colpi di scena. Come già successo in passato, si è anche confermata la maledizione del grembiule blu: in altre parole il migliore della puntata, nella successiva non solo non è riuscito a ripetersi, ma ha addirittura dovuto abbandonare il tendone del talent show culinario.
Gli unici a non essersi piegati a questa regola non scritta sono stati Iolanda, Irene e Federico. I tre giudici Ernst Knam, Clelia D’Onofrio e Damiano Carrara, li hanno di fatto eletti come i migliori in gara, e in quanto tale meritevoli di accedere alla finale. Dopo l’eliminazione di Alfredo, il 53enne ferroviere genovese che non ha superato lo scoglio della semifinale, l’ultima puntata sarà caratterizzata dalla presenza di tre aspiranti pasticceri molto giovani.
Considerando quanto visto finora, il terzetto rimasto in gara è in fin dei conti il più talentuoso tra i sedici che si sono sfidati nella principesca location di Villa Bagatti Valsecchi di Varedo. Federico, con i suoi 16 anni è indubbiamente l’enfant prodige di questa edizione, dove ha più volte dimostrato di essere davvero preparato.
Nonostante si sia guadagnato l’epiteto di “brontolone”, ha tutte le carte in regola per mettere in difficoltà le altre due ragazze in lizza per il titolo. Irene, il maschiaccio del gruppo, ha anch’essa talento e soprattutto tanta grinta da vendere. Anche Iolanda non è certo da meno in fatto di determinazione: eliminata nella fase preliminare della precedente edizione di Bake Off, quest’anno si è riscattata alla grande, raggiungendo addirittura la finale.
Ovviamente è al momento molto difficile formulare un pronostico. La sfida si preannuncia serrata ed imprevedibile. A fare la differenza saranno probabilmente i dettagli, quelli su cui un giudice come Ernst Knam difficilmente riesce a chiudere un occhio, specialmente in finale.