A Shark Tank il progetto Orange Fiber di due donne catanesi

Il progetto Orange Fiber è quello di creare tessuto dallo scarto delle arance siciliane. Adriana ed Enrica con Orange Fiber vanno a Shark Tank per ottenere i finanziamenti ma nessuno ha deciso di investire.

A Shark Tank il progetto Orange Fiber di due donne catanesi

Due donne siciliane, Adriana Santonocito e Enrica Arena hanno cercato finanziamenti per mandare avanti e sviluppare la loro idea imprenditoriale, ovvero creare un tessuto dallo scarto delle arance siciliane. Le due donne hanno presentato su Italia 1 Orange Fiber, e hanno cercato di convincere i cinque imprenditori ad investire nella loro start up innovativa. Purtroppo la loro idea non è stata finanziata da nessun investitore, ma nulla toglie che il loro progetto è davvero innovativo e rivoluzionario.

Il progetto ‘Orange Fiber’ prevede la creazione di un particolare tessuto dallo scarto industriale delle arance siciliane. L’idea arriva qualche anno fa, quando Adriana, una studentessa catanese dell’Istituto Afol Moda di Milano, stava lavorando alla sua tesi di laurea e si era impuntata sul fatto di voler creare qualcosa di nuovo legato alla sostenibilità.

Così la ragazza, da buona catanese lontana dalla sua terra, ha avuto l’intuizione di pensarte ad un prodotto tipico siciliano, le arance. Ecco che la giovane comincia a lavorare al progetto e coinvolge fin dall’inizio la sua amica e coinquilina Enrica Arena, che si stava laureando anche lei, ma in Cooperazione Internazionale. L’idea era di per sè innovativa e creare del tessuto da ciò che veniva scartato dalle arance siciliane era già un progetto rivoluzionario. Il tessuto ottenuto sarebbe dunque il frutto di tutti gli scarti della lavorazione delle arance e delle spremute. E gli scarti prodotti dalle aziende siciliane sono tanti: i dati dicono che in un solo anno vi sono oltre 700.000 tonnellate di scarti, da cui viene estratta  la cellulosa per creare i tessuti. 

Le due ragazze decidono di estrarre l’olio essenziale delle arance ed inserirlo nei tessuti. Dopo numerosi esperimenti e uno studio di fattibilità risultato positivo le due catanesi nel 2012 hanno depositato il brevetto. Poi hanno partecipato a diversi concorsi sulle start up , e la partecipazione a Shark Tank avrebbe dovuto essere deicsiva per ottenere i finanziamenti. Ma loro non si arrendono, e continuano la loro strada perché sono convinte che il progetto avrà sicuramente un grande successo. Questione di tempo, e la loro idea presto volerà in alto! 

Continua a leggere su Fidelity News