WhatsApp continua ad ampliare il proprio ecosistema con aggiornamenti che, pur intervenendo su aspetti molto diversi della piattaforma, convergono verso un obiettivo comune: offrire strumenti più evoluti a chi crea contenuti e al tempo stesso rafforzare la gestione dell’identità digitale degli utenti. Da un lato arrivano nuove funzioni dedicate agli amministratori dei canali, pensate per rendere più professionale il monitoraggio delle interazioni e la collaborazione interna. Dall’altro, emergono analisi che riportano l’attenzione sulla necessità di proteggere meglio le informazioni pubbliche associate ai numeri di telefono, un tema che negli ultimi mesi sta incentivando WhatsApp a ripensare alcuni meccanismi fondamentali del servizio. Insieme, queste due direttrici delineano una piattaforma in rapido cambiamento, più strutturata per i creator e più attenta alla tutela dei propri utenti.
WhatsApp beta per Android 2.25.35.3: la nuova gestione delle notifiche dei canali rivoluziona l’esperienza degli amministratori
WhatsApp continua a evolvere la propria piattaforma arricchendo le funzionalità dedicate alla gestione dei canali, uno degli strumenti più strategici lanciati negli ultimi anni per consentire ai creator, alle aziende e alle community di comunicare con un pubblico sempre più vasto.
Con l’aggiornamento WhatsApp beta per Android 2.25.35.3, distribuito tramite il Google Play Beta Program, viene introdotta una novità molto attesa: la possibilità per gli amministratori di controllare in modo dettagliato le notifiche sull’attività dei follower e dei co-amministratori. Si tratta di un passo importante verso un’esperienza più professionale e strutturata, pensata per migliorare il monitoraggio dell’engagement e semplificare il lavoro di chi gestisce un canale.
La nuova release mette a disposizione degli admin una sezione totalmente rinnovata nelle impostazioni del canale. Qui è possibile gestire due categorie di notifiche: le interazioni dei follower e le attività degli altri amministratori. Entrambe possono essere attivate o disattivate liberamente, e gli avvisi possono essere personalizzati grazie a suoni differenti e opzioni studiate per adattarsi al flusso di lavoro di ciascun admin. L’obiettivo è offrire un controllo più puntuale, evitando dispersioni e garantendo un monitoraggio più efficace.
Con questo aggiornamento, gli amministratori ricevono notifiche ogni volta che nuovi utenti iniziano a seguire il canale, un dettaglio prezioso per misurare la crescita della community in tempo reale. Oltre alle iscrizioni, vengono segnalate anche le reazioni ai post e le sequenze di reazioni ravvicinate, elementi che evidenziano i momenti di maggiore interesse. Grazie a questo sistema diventa più semplice individuare i contenuti che riscuotono maggiore apprezzamento, analizzare l’andamento delle interazioni e comprendere le preferenze del pubblico.
Il tutto contribuisce a costruire un canale più dinamico e calibrato sulle esigenze degli utenti. Un’altra componente fondamentale è la gestione delle notifiche relative ai co-admin. Il proprietario del canale può ricevere avvisi ogni volta che un amministratore pubblica un aggiornamento o reagisce a un contenuto. Questo meccanismo permette di mantenere un quadro chiaro delle operazioni svolte all’interno del canale e favorisce una collaborazione più fluida. Tenere traccia delle iniziative degli admin consente di coordinare meglio la pubblicazione dei contenuti, evitare sovrapposizioni e ottimizzare l’organizzazione del lavoro, contribuendo a un’esperienza più professionale e ordinata.
WhatsApp ha introdotto anche un sistema di notifiche intelligenti basato sulla dimensione del canale. Per evitare un numero eccessivo di avvisi, soprattutto nei canali più grandi, le notifiche vengono inviate solo quando un post raggiunge soglie significative di reazioni, come 20, 50 o 100 interazioni. Questo approccio riduce il rischio di sovraccarico informativo e consente agli admin di concentrarsi sui momenti che realmente contano, facilitando la lettura dei trend e l’individuazione dei contenuti più performanti. Le nuove impostazioni rimangono visibili solo agli amministratori. I follower non hanno accesso ai dettagli sulle reazioni, sulle attività degli admin o sulle metriche interne, ricevendo esclusivamente gli aggiornamenti pubblicati sul canale.
Questa distinzione tutela la riservatezza e garantisce un controllo professionale della gestione editoriale. La funzione è attualmente disponibile per una parte dei tester che hanno installato WhatsApp beta per Android 2.25.35.3, con una distribuzione progressiva prevista nelle prossime settimane. La scelta di un rollout graduale permette a WhatsApp di monitorare la stabilità del sistema, correggere eventuali anomalie e assicurare un’esperienza ottimale al momento del rilascio completo.
WhatsApp sotto esame: scraping di 3,5 miliardi di numeri e il dibattito sulla protezione degli account
La funzionalità che consente di verificare rapidamente se un numero è registrato su WhatsApp, spesso mostrando anche foto profilo e testi pubblici, è sempre stata parte integrante dell’esperienza dell’app. Tuttavia, la mancanza di adeguati limiti ha permesso per anni un utilizzo improprio di questo meccanismo. Lo evidenzia uno studio dell’Università di Vienna, secondo cui attraverso la versione web è stato possibile controllare fino a cento milioni di numeri all’ora, creando un archivio da 3,5 miliardi di utenze complete di foto e info pubbliche. Una capacità di raccolta enorme, resa possibile da una procedura molto semplice e segnalata già nel 2017, quando era stato denunciato lo stesso comportamento. Meta ha confermato la collaborazione con gli studiosi nel contesto del programma Bug Bounty, precisando che i dati riguardavano solo elementi pubblici e che i messaggi degli utenti sono sempre rimasti protetti dalla crittografia end-to-end. La società ha aggiunto che i ricercatori hanno eliminato i dati acquisiti e che il caso ha contribuito a verificare i sistemi anti-scraping in fase di sviluppo.
Secondo gli esperti viennesi, però, la vulnerabilità è stata comunicata in aprile e un reale rate-limiting è arrivato solo in ottobre, lasciando molti mesi in cui era possibile replicare la tecnica senza incontrare ostacoli. Le similitudini con l’avvertimento del 2017 sono evidenti: già allora era stato dimostrato che il servizio non poneva limiti alle verifiche. Il nuovo studio mostra come quell’impostazione sia rimasta invariata, permettendo oggi una raccolta di scala globale. L’analisi è stata estesa anche alle chiavi pubbliche degli account individuati, rilevando anomalie riconducibili non alla crittografia ufficiale di WhatsApp, ma all’uso di client non autorizzati che implementano in modo scorretto il protocollo, un fenomeno diffuso nei circuiti paralleli basati su app modificate. La ricerca si chiude mettendo in discussione il modello di identificazione tramite numero di telefono, un dato tutt’altro che casuale e fortemente legato all’identità reale. Il recente avvio dei test sugli username rappresenta, in questo senso, un passo significativo: permetterà di essere contattati senza condividere il proprio numero e potrebbe ridurre la possibilità di utilizzi impropri legati a raccolte massive di dati, segnando un’evoluzione strutturale nella gestione dell’identità dentro WhatsApp.