Negli ultimi aggiornamenti, l’app di messaggistica istantanea più usata al mondo nota come WhatsApp ha introdotto strumenti utili per la gestione quotidiana delle comunicazioni, ma finisce anche al centro dell’attenzione delle autorità regolatorie. Da un lato arrivano i promemoria per le chiamate perse, pensati per migliorare l’organizzazione personale degli utenti; dall’altro, Meta deve affrontare un’istruttoria dell’AGCM per l’integrazione non consensuale del suo assistente virtuale, Meta AI, all’interno dell’app. Vediamo nel dettaglio entrambe le novità.
WhatsApp Beta per Android introduce i promemoria per le chiamate perse: non dimenticare mai più di richiamare
WhatsApp beta per Android si aggiorna alla versione 2.25.22.5, introducendo una funzione molto attesa: i promemoria per le notifiche relative alle chiamate perse. Questa novità, al momento disponibile solo per alcuni utenti beta, promette di migliorare significativamente la gestione delle chiamate non risposte, aiutando gli utenti a non dimenticare di richiamare quando è più comodo.
La nuova funzionalità consente di impostare un promemoria direttamente dal messaggio della chiamata persa all’interno della chat o, in alternativa, dalla scheda “Chiamate”. Proprio come avviene con i promemoria per i messaggi di testo, anche qui si può scegliere tra intervalli preimpostati come due ore, otto ore o il giorno successivo, oppure selezionare una data e un orario personalizzati. Al momento stabilito, WhatsApp mostrerà una notifica dedicata che riporterà il nome del chiamante, la sua immagine del profilo e un collegamento diretto alla conversazione. Questo permette di organizzare i propri impegni senza rischiare di dimenticare chiamate importanti, specialmente in situazioni di lavoro, spostamenti o altre attività che impediscono di rispondere immediatamente.
Questa funzione è particolarmente utile per chi riceve chiamate durante momenti di concentrazione o riunioni e vuole posticipare la risposta senza perdere il filo. Ad esempio, un utente potrebbe ricevere una chiamata da un familiare durante l’orario lavorativo e impostare un promemoria per richiamare la sera, oppure un professionista che vuole ricordarsi di richiamare un cliente dopo aver completato un’attività urgente. La gestione di questi promemoria avviene interamente sul dispositivo, garantendo privacy e sicurezza, senza inviare dati ai server di WhatsApp.
Questa funzionalità si aggiunge a un sistema già introdotto in precedenza, che permetteva di creare promemoria per messaggi di chat, con opzioni personalizzabili per ricordare contenuti importanti. Con l’integrazione del sistema anche per le chiamate, WhatsApp punta a offrire un’esperienza più completa per organizzare la comunicazione in modo semplice e intuitivo.
Non tutti gli utenti beta hanno ancora accesso alla funzione, poiché il rollout è graduale e interesserà sempre più persone nelle prossime settimane. Per verificare la disponibilità, basta aggiornare l’app tramite il Google Play Beta Program alla versione 2.25.22.5 o successive.
Meta AI integrata in WhatsApp senza consenso: l’AGCM apre un’istruttoria
L’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato ha avviato un’indagine su Meta per presunto abuso di posizione dominante, dopo l’introduzione forzata di Meta AI in WhatsApp. Dal marzo 2025, l’assistente virtuale è stato integrato automaticamente nell’app, occupando una posizione ben visibile nella barra di ricerca, senza possibilità per gli utenti di esprimere un consenso esplicito.
L’istruttoria, condotta anche in collaborazione con la Commissione Europea, mira a valutare se questa pratica limiti la concorrenza nel nascente settore dei servizi AI, sfruttando l’enorme base utenti di WhatsApp per garantire a Meta un vantaggio competitivo non basato sui meriti. L’AGCM ha già effettuato ispezioni presso le sedi italiane di Facebook, con il supporto del Nucleo Speciale Antitrust della Guardia di Finanza. Soddisfatto il Codacons, che aveva presentato un esposto a maggio: secondo l’associazione, l’integrazione rappresenta una pratica commerciale scorretta, volta a fidelizzare l’utente e raccogliere dati senza trasparenza.