A oltre un anno dall’arrivo delle prime indiscrezioni in merito, le Community, per consentire a gruppi privati come scuole, club, od organizzazioni di organizzarsi e comunicare al meglio: da lì, è partito il relativo test con 50 organizzazioni in 15 paesi e, nelle scorse ore, la novità è stata data come ufficialmente in roll-out, con la promessa di raggiungere tutta l’utenza di Android e iOS nei prossimi mesi.
Portandosi indietro anche novità accessorie, come i controlli di amministrazione, una maggiore diffusione dei gruppi da 1024 persone, chiamate audio e video sino a 32 partecipanti, emoji di reazione, e i sondaggi in chat, le Community si presentano con una scheda su Android e iOS, toccando la quale si potrà “avviare una nuova community da zero o aggiungere gruppi esistenti“. Le community, crittografate end-to-end, avranno un gruppo dedicato agli annunci importanti, per avvisare tutti gli utenti di tutti i sottogruppi, anche se sarà solo nei sottogruppi approvati dagli amministratori, che si potrà chattare, anche per evitare di “essere bombardati da messaggi sugli avvenimenti del gruppo e sugli eventi a cui non sono collegati“.
Tra i poteri degli amministratori dei gruppi, al momento del lancio della novità, vi sarà il poter importare il proprio gruppo nelle Community o il ricrearvelo ex novo.
Sempre tra le loro facoltà rientreranno il poter spedire dei link d’invito cliccando sui quali gli utenti potranno diventare membri delle Community, o il poter aggiungere membri ai gruppi. Per bilanciare l’esigenza di privacy con quella di essere contattabili, il proprio numero telefonico non sarà visibile all’intera Community, ma solo agli admin ed ai membri del proprio medesimo sottogruppo. Inoltre, al contrario dei gruppi Facebook, le Community non saranno ricercabili: per entrarvi, si deve essere invitati a partecipare.
Per evitare che siano commessi abusi con le Community, si useranno dati delle Com non crittografati, come “nome, descrizione e report degli utenti” e, in base a questi, si determinerà l’opportunità d’un’azione, come lo sciogliere la Community, il bandirne tutti i membri, o il bannare singoli amministratori o membri. Inoltre, rispetto al limite standard, che proibisce di inoltrare a più di 5 gruppi assieme un messaggio già inoltrato, in questo caso “i messaggi che sono già stati inoltrati potranno essere inoltrati solo a un gruppo alla volta“.
Sempre tra le novità comunicate ufficialmente, in questo caso dall’account Twitter di WhatsApp, troviamo la possibilità di modificare chi possa vedere se siamo online, seguendo pochi passaggi (Account > Privacy > Ultimo accesso e online) nella stessa sezione delle impostazioni nella quale vien gestito chi possa vedere la data di ultimo accesso. Quivi giunti, si avranno a disposizione le alternative Tutti e Identico a ultimo accesso (a sua volta volta configurabile, secondo 4 sotto opzioni, sostanziate in Tutti, Nessuno, Solo i miei contatti e Solo i miei contatti tranne).
Passando ad accennare, infine, le novità scoperte dai leakers di WABetaInfo, è d’uopo riportare come, come la beta 2.22.24.4 per Android, sia tornata ad alcuni tester del robottino verde la possibilità di creare e usare in-app gli avatar, rimossa in precedenza per alcuni bug. Lo scorso mese, su Android e iOS, è arrivato il blocco degli screenshot per tutelare l’invio di contenuti in modalità una sola volta: in coerenza con ciò, su tutte le versioni Desktop di WhatsApp, da oggi è rimossa la possibilità di (inviare e) visualizzare i messaggi a visualizzazione singola per evitare che siano screenshottati (anche se è sempre possibile farlo usando un telefono).
Su iOS, la beta iOS 22.23.0.72 porta in dote per alcuni il poter inviare media accompagnati da una didascalia, mentre con la beta 22.23.0.73 si è scoperto come sia in sviluppo anche per gli iPhone la funzione per modificare (entro 15 minuti dall’invio) i messaggi condivisi, attraverso il menu di scelta rapida che si palesa premendo su detti messaggi che, aggiornati, saranno etichettati all’interno del loro fumetto da “edited” e il timestamp della modifica. Per ora non è previsto che si possa editare anche la didascalia di accompagnamento dei media.