WhatsApp continua a rinnovarsi, portando novità concrete per migliorare l’esperienza d’uso, ma al tempo stesso deve fare i conti con le solite catene che diffondono allarmismi infondati.
La prima novità riguarda l’aggiornamento WhatsApp per iOS 25.22.83, già disponibile sull’App Store. Con questa versione, infatti, alcuni utenti hanno iniziato a ricevere una funzione che semplifica notevolmente la condivisione degli aggiornamenti di stato. In pratica, da ora in poi è possibile condividere foto e video come status direttamente da qualsiasi app, utilizzando il foglio di condivisione di iOS. Basta selezionare l’opzione “Il mio stato” e il contenuto viene inviato subito all’editor di WhatsApp, dove si possono aggiungere testi, emoji o disegni prima della pubblicazione.
Si tratta di un piccolo ma significativo passo in avanti: fino a ieri, per condividere un contenuto da un’app esterna, era necessario passare da WhatsApp, scegliere i contatti e solo dopo trasformare l’elemento in uno status. Con questa nuova scorciatoia, invece, il processo diventa molto più rapido, intuitivo e soprattutto uniforme rispetto alla versione Android, che già da qualche tempo disponeva di una funzione analoga. L’obiettivo di WhatsApp è chiaro: rendere la condivisione di momenti e contenuti il più immediata possibile, senza costringere l’utente a interrompere quello che sta facendo. Non tutti gli utenti hanno già accesso alla novità, ma il rollout proseguirà nelle prossime settimane fino a coprire gradualmente tutti i dispositivi compatibili.
Con l’aggiornamento 25.22.79, invece, WhatsApp introduce anche su macOS i filtri chat già visti su iPhone, rendendo l’esperienza più organizzata e pratica. In cima all’elenco delle conversazioni compare una barra che permette di selezionare tre viste: “Da leggere” per mostrare solo i messaggi non ancora aperti, “Preferiti” per accedere rapidamente alle chat fissate e “Gruppi” per concentrare in un’unica sezione tutte le conversazioni collettive. Una novità semplice ma utile, che semplifica la gestione delle chat e allinea definitivamente l’app Mac a quella iOS.
Accanto a queste innovazioni positive, però, circola anche un esempio perfetto di disinformazione digitale. Negli ultimi giorni, infatti, molti utenti hanno ricevuto un messaggio che parla di una presunta invasione della privacy da parte dell’intelligenza artificiale di Meta. Il testo sostiene che l’AI possa leggere le chat, accedere ai numeri di telefono e persino recuperare dati personali, a meno che non venga attivata un’improbabile funzione chiamata “Privacy avanzata della chat”.
La verità è molto diversa: i messaggi su WhatsApp continuano a essere protetti dalla crittografia end-to-end, e nessuna AI ha accesso ai contenuti privati. Inoltre, la funzione “Privacy avanzata delle chat” esiste davvero, ma non serve certo a bloccare inesistenti intrusioni: si limita a impedire che foto, video e messaggi vengano scaricati o condivisi fuori dalla conversazione. Si tratta quindi di una misura utile a rafforzare la riservatezza tra i partecipanti, ma senza alcun legame con le voci diffuse dalla catena. Questi messaggi sfruttano la paura legata alla parola “privacy” per spingere le persone a inoltrarli senza verificare. È un meccanismo antico, simile alle vecchie catene di Sant’Antonio, che oggi si traveste da allarme tecnologico. La soluzione? Fermarsi prima di condividere, controllare la fonte e, se possibile, rispondere con un sorriso per smontare la bufala.