In una recente intervista fatta al co-fondatore di WhatsApp, Brian Acton, sono state svelate alcune cose abbastanza interessanti sul futuro dell’applicazione e sull’arrivo della pubblicità in essa. I più veterani del software ricorderanno che WhatsApp, i primi tempi, è stata a pagamento proprio per il fatto che non ci fosse la pubblicità al suo interno. Oggi, però, essendo gratuita e senza pubblicità, non dà un guadagno vero e proprio all’azienda.
È praticamente ovvio che la pubblicità sia il modo migliore per monetizzare sull’app senza far spendere soldi agli utenti che ogni giorno scambiano messaggi, foto, video e note vocali.
WhatsApp e le pubblicità: cosa succederà?
Alla base dell’abbandono di uno dei co-fondatori, c’era proprio la divergenza di pensieri nella gestione della monetizzazione dell’app. Quando è stato lanciato WhatsApp, nel 2009, il motto in inglese era: “No ads, no games, no gimmicks”. Nel momento che Facebook acquisì WhatsApp, nel 2012, i fondatori non si erano resi ancora conto che l’app era già pronta per supportare la connessione tra i due social network e registrare i dati per fornire annunci pubblicitari mirati.
In 18 mesi, WhatsApp ha modificato i termini di contratto, in modo che gli utenti accettassero la condivisione dei dati e in risposta ha ricevuto una multa da 122 milioni di dollari da parte della Commissione Europea. Tra le nuove modalità di pagamento possibili ci potrebbe essere la comparsa di pubblicità durante la visualizzazione delle Storie. Addirittura, c’era una clausola che svincolava dalle quotazioni azionarie i co-fondatori, qualora Facebook modificasse i termini delle condizioni. Ciò è successo, ed ecco che alcuni hanno abbandonato la “barca”.
Ovviamente, come segnalavano molti utenti, non è che gli sviluppatori investano milioni in un’applicazione per sempre. Se si investe è perché si vorrebbe un utile, preferibilmente con un ottimo margine di guadagno. Quindi, nonostante non ci siano delle ufficialità, nel giro di poco potremmo vedere i primi annunci pubblicitari nell’applicazione.