WhatsApp combatte le fake news con il bollino sui messaggi inoltrati

WhatsApp è a caccia di bufale, truffe, e Catene di Sant'Antonio. I messaggi inoltrati, e dunque non scritti direttamente dall'utente, saranno contrassegnati da un bollino.

WhatsApp combatte le fake news con il bollino sui messaggi inoltrati

In via ufficiale, WhatsApp sta testando negli ultimi giorni una nuova funzione volta ad opporsi alle cosiddette fake news e allo spam. L’applicazione segnerà con una specie di bollino il messaggio che è stato inoltrato: in questo modo, il destinatario sa che il messaggio è stato copiato da un’altra conversazione e non scritto direttamente dalla persona con cui si sta chattando.

L’indiscrezione a riguardo girava già da un po’ di tempo, ma la conferma è arrivata ufficialmente da Carl Woog, capo della comunicazione di WhatsApp in occasione di un evento tenuto a Roma. Con questa soluzione si dovrebbe mettere la parola fine anche alle truffe che si diffondono tramite messaggi inoltrati.

Whatsapp: l’obiettivo è combattere bufale, fake news e catene di Sant’Antonio

Un’altra piaga delle conversazioni sui social network sono le catene di Sant’Antonio che un alcune situazioni diventavano veramente drammatiche. È il caso di due uomini in India che sono stati uccisi perché si è diffuso un messaggio che li accusava di rapimento di bambini.

Il manager dell’app fa sapere che, poiché hanno a cuore la sicurezza degli utenti, è molto importante avere un’attendibilità dei messaggi che vengono scambiati ogni giorno. Al momento, le fasi di test sono ancora agli stadi primordiali. Quindi servirà ancora del tempo prima di vedere la funzione sui nostri smartphone. Per le notizie certificate, invece, sono stati avviati degli esperimenti in alcuni paesi. Sulla chat professionale, invece, WhatsApp Business, le testate potranno avere addirittura dei profili verificati. 

L’unico pensiero per il social verde è la applicazione WeChat, la chat cinese che – nel giro di poche settimane – ha raggiunto un miliardo di utenti registrati. Ricordiamo che la Cina è un paese in cui la disinformazione è punita con il carcere. Vedremo quanto tempo servirà a WhatsApp per introdurre la funzione che dovrebbe combattere le bufale.

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