Una nuova sfida in campo tecnologico. Le grandi aziende tech lanciano la loro IA e puntano a sfidare ChatGPT di OpenAI

La corsa all'intelligenza artificiale si fa sempre più competitiva, in particolare modo su quella generativa. Infatti se in questi ultimi mesi si sente parlare molto di ChatGPT di OpenAI, le Big Tech non sono state a guardare e ognuno ha creato il suo chatbot

Una nuova sfida in campo tecnologico. Le grandi aziende tech lanciano la loro IA e puntano a sfidare ChatGPT di OpenAI

L’IA sta avendo un ruolo sempre più importante nella vita delle aziende e degli utenti che utilizzano i servizi o i prodotti basati sull’intelligenza artificiale. In questi ultimi mesi si parla molto spesso di ChatGPT, il chatbot che si basa sui modelli di intelligenza artificiale di OpenAI, il quale ha dimostrato di essere un ottimo assistente virtuale, in quanto sembra poter offrire un valido strumento di aiuto per le richieste che gli vengono fatte da parte degli utenti; rispondendo, nella maggior parte dei casi, con informazioni, o meglio risposte, pertinenti e dettagliate.

Questo modello di linguaggio ha rivoluzionato il modo con cui le persone interagiscono con la tecnologia, poiché la possibilità di interrogare e ricevere risposte da un computer in un linguaggio comprensibile a quello umano rende molto più facile e rapido gestire anche le informazioni più complesse. Infatti, questa tecnologia si può applicare in moltissimi campi come, ad esempio, la medicina, la finanza, la ricerca scientifica e in molti altri settori.

 L’aiuto dell’IA per le aziende

Moltissime aziende stanno utilizzando l’IA per offrire maggior supporto ai propri clienti attraverso chatbot o assistenti virtuali oppure per sviluppare sia applicazioni, in grado di analizzare ed elaborare un gran quantitativo di dati, sia dei modelli di apprendimento automatico, così da imitare le capacità decisionali e di risoluzione dei problemi della mente umana, grazie all’apprendimento, al ragionamento e alla comprensione del linguaggio naturale, cioè quello umano.

L’utilizzo massiccio dell’IA, quindi, sta sollevando anche questioni di etica e di sicurezza, in particolare quelle sulla privacy, che dovrebbero essere regolamentate con apposite leggi per non creare dei seri problemi, non solo nell’utilizzo dei dati personali dell’utente da parte delle aziende. 

Un altro fattore da non sottovalutare è il tema dell’etica, in quanto i software che sono alla base dei servizi e dei prodotti di IA sono programmati e apprendono dai dati inseriti, o selezionati e preparati, dagli esseri umani, perciò c’è la possibilità che vengano commessi degli errori o si possano applicare dei pregiudizi, anche involontari, che si potrebbero riscontrare anche in futuro su altre applicazioni. Per questi motivi, essa dovrà puntare sempre di più su questo tema, perché alla sua base c’è la regola che l’IA debba essere messa sempre al servizio delle persone e non viceversa. 

Microsoft utilizza l’IA di OpenAI per migliorare i suoi prodotti

Un esempio di come l’IA sia messa a disposizione delle persone in modo responsabile è quella della casa di Redmond, che è uno dei principali investitori e partner di OpenAI, ma anche un utilizzatore di ChatGPT. Parecchi prodotti di Microsoft, infatti, utilizzano la tecnologia IA generativa di OpenAI come, ad esempio, il motore di ricerca Bing, che sta guadagnando posizioni nel mercato dei motori di ricerca, dominato da un colosso chiamato Google.

Gli ingegneri di Redmond hanno rivoluzionato, in questi ultimi mesi, la sua interfaccia e aggiunto nuove funzionalità, potenziandolo grazie all’utilizzo dell’IA del suo partner. È stata introdotta la funzionalità della Chat, che si trova in alto a sinistra di Bing e che permette l’accesso al chatbot. Si può scegliere lo stile di conversazione che si preferisce, tra cui “Creativo”, “Bilanciato” e “Preciso”, per poi iniziare ad avere una conversazione uomo-macchina. L’obiettivo è quello di fare domande sulle cose che non si sanno o si è curiosi di sapere, così da migliorare il servizio ma anche ricavarne contenuti e spunti sorprendenti.

Inoltre c’è anche la possibilità, in modalità creatività, di generare delle immagini con Image Creator di Bing, a partire dal testo inserito, che permette all’utente, dopo aver effettuato l’accesso all’account Microsoft, di scaricarle e salvarle nel proprio dispositivo. Le immagini generate, chiarisce la stessa azienda, sono frutto dell’applicazione di misure di sicurezza che impediscono al generatore di creare immagini non sicure, in linea con le politiche e i principi di OpenAI, nonché le proprie linee guida AI responsabili. 

Google sfida ChatGPT con Bard

Anche Google ha lanciato la sfida a ChatGPT, creando Google Bard, il suo nuovo chatbot basato sull’IA generativa, disponibile qui. Il servizio è stato rilasciato in Europa e in Italia, a metà luglio, dopo che si erano verificati dei problemi nei mesi precedenti per quanto riguarda le leggi sulla privacy dell’UE, che gli avevano impedito la messa online. L’idea dell’azienda di Mountain View è quella di far esplorare la curiosità e permettere alle persone di dare forma alla propria creatività, dando una nuova forma alle idee.

Lo scopo di Google è quello di far utilizzare in maniera responsabile Bard, poiché si sa che, quando un utente interagisce con il chatbot, vengono raccolti dati come le conversazioni, la posizione, i commenti e altre informazioni, che hanno l’obiettivo di migliorare e sviluppare i prodotti, i servizi e le tecnologie basate sull’intelligenza artificiale. Non è possibile rendere anonime le conversazioni con il chatbot, ma è possibile decidere dopo quanto tempo Google terrà memorizzate le informazioni di ciascun utente. Inoltre è possibile eliminare, secondo le leggi europee sulla privacy, direttamente le conversazioni da Bard, cliccando sui tre puntini verticali e poi eliminando la conversazione. 

Meta in partnership con Microsoft lancia Llama 2

Anche Meta ha progettato una sua IA generativa in collaborazione con Microsoft per far concorrenza ad OpenAI e Google. Rispetto ai suoi competitor, però Meta vuole rilasciarla gratuitamente. La partnership con Microsoft punta a creare una nuova generazione del suo modello di linguaggio di intelligenza artificiale, rendendo così la tecnologia, chiamata Llama 2, gratuita per la ricerca e l’uso commerciale.

Proprio come i suoi avversari, anch’essa ha creato da tempo un gruppo di ricerca dedicato all’evoluzione della tecnologia sull’intelligenza artificiale, ma rispetto alle altre Big Tech vuole rendere aperto il suo lavoro, così da poter migliorare gli errori ed eliminare i pregiudizi, che vengono essere creati dalle persone reali. Inoltre rendendo il codice sorgente aperto, il software migliorerebbe in termini di sicurezza, poiché più persone potrebbero esaminarlo e identificare i potenziali problemi, per poi risolverli.

Anche Apple crea una sua IA generativa

All’appello sul tema dell’intelligenza artificiale non poteva mancare l’azienda di Cupertino. Infatti anche essa sta lavorando in segreto a dei progetti sull’IA generativa, i quali vogliono sfidare ChatGPT di OpenAI e Bard di Google. I suoi ingegneri stanno lavorando alla creazione di un chatbot, che internamente chiamano “Apple GPT”, ma ancora non si conoscono i tempi di un possibile rilascio di quest’ultimo.

Rispetto ai suoi competitor, infatti, Apple sembrerebbe trovarsi in difficoltà a stare al loro passo, perlomeno in quest’ultimo anno, nonostante utilizzi già l’intelligenza artificiale sui suoi prodotti. 

Musk invece lancia la sua startup di IA e sfida le altre aziende tech

Musk, già fondatore di OpenAI e CEO di Tesla e SpaceX, oltre ad essere il proprietario di X (Twitter), ha lanciato la sua start-up che si chiama xAI, che ha lo scopo di capire la vera natura dell’universo e aiutare l’umanità. La sfida è creare un’alternativa a ChatGPT e per farlo ha formato un team di ingegneri provenienti dalle stesse grandi aziende tecnologiche statunitensi.

Per Musk l’IA ha un enorme potenziale, ma se usata in maniera sbagliata può creare grossi danni alla civiltà. Per questo motivo il magnate americano ha suggerito di regolamentare, al più presto, l’uso dell’IA.

 

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