Spotify: ufficiali le classifiche globali e Wrapped 2020. In sviluppo il tool anti plagio

La nota piattaforma svedese, regina dello streaming per musica e podcast, pur inseguita con convinzione da YouTube Music e Amazon Music, in procinto di sviluppare un tool anti plagio, ha condiviso le charts globali e la playlist Wrapped per il 2020.

Spotify: ufficiali le classifiche globali e Wrapped 2020. In sviluppo il tool anti plagio

Spotify, la più grande realtà al mondo in fatto di music streaming, ha finalmente condiviso le classifiche globali di fine anno, le playlist personalizzate Wrapped 2020 e, nel contempo, posto le basi per un sistema anti-plagio a tutela dei propri utenti, già pubblicati o ancora prossimi all’esordio. 

La prima novità in salsa Spotify di questo middle week è relativa alle classifiche. Nello specifico, in vista del fine anno, la piattaforma di music streaming ha reso note le charts degli artisti maschili e femminili più popolari a livello globale (rispettivamente vinte da Bad Bunny e Billie Eilish), quella degli album più ascoltati (ancora un primato per Bad Bunny, col suo YHLQMDLG), e quella delle hits natalizie più apprezzate per questo 2020 (medaglia d’oro per Blinding Lights, del cantautore The Weeknd). Nello stesso comunicato col quale sono stati pubblicati tali dati, il team del CEO Daniel EK ha evidenziato come il maggior tempo passato a casa, per via del coronavirus, e dei concomitanti lockdown, abbia contribuito all’affermazione delle playlist dedicate al giardinaggio, alla nostalgia, al benessere, ed a quelle della macrocategoria “lavoro da casa”. 

Come ogni anno, anche in questo 2020 Spotify ha messo a disposizione, purtroppo solo nell’app mobile per iOS e Android (attraverso la funzione “Cerca”), la classifica personalizzata di tutto quello (tra brani, podcast, artisti e generi) che l’utente ha ascoltato in questo 2020, anche per superarne le tante e difficili prove. Rispetto agli anni precedenti, nella nuova release di quest’iniziativa, Wrapped 2020, è stato incluso un maggior tasso di interattività: gli utenti, in base a quanto ascoltato, potranno desumere l’aver un animo più moderno o vintage, avranno facoltà di indovinare (tramite quiz in-app) il podcast o i cantanti che hanno ascoltato di più, e potranno documentarsi (quanto a statistiche) su quelli che sono stati i podcast più da dipendenza (“binge-worthy”) e su quanti minuti di podcast si siano “consumati” in totale.

Essendo abbonati, invece, sarà possibile sfoggiare vari badge, come “collezionista” per chi abbia aggiunto molti brani ai preferiti, “apripista” per chi abbia ascoltato una futura hit quanto era ancora poco nota, o “trendsetter” se si è seguito una playlist che col tempo ha maturato molti follower. Al momento, non tutti riescono già a visualizzare la playlist personalizzata Wrapped 2020, sebbene la stessa dovrebbe essere messa a disposizione di tutti “nei prossimi giorni“: in più, in molto utenti lamentano la impossibilità di fruire la relativa Storia allegata, se non dopo vari escamotage (chiudere del tutto l’app, provare a disinstallarla e reinstallarla, cancellarne la cache, tentare di aggiornare l’app). 

Infine, tra le novità non ancora distribuite da Spotify, ma appena registrate all’ufficio brevetti del Vecchio Continente, risulta ascrivibile un sistema anti plagio, denominato “Plagiarism Risk Detector And Interface“: quest’ultimo potrebbe servire a confrontare un brano ancora inedito con quelli già pubblicati, in modo da verificare armonie e melodie sullo spartito, per riscontrare parziali assonanze in alcune parti del brano, o addirittura preponderanti sovrapposizioni nella melodia portante. La funzione in questione, che ha tra i suoi ideatori l’ex Sony François Pachet (compositore, scienziato, ed esperto di AI con un passato nel Computer Science Laboratory della società nipponica), potrebbe anche servire a chi intenda difendere la propria proprietà intellettuale, nel caso tema tentativi di plagio o d’imitazione delle proprie esecuzioni. 

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