Spotify tra novità e rincari: importare playlist sarà più facile, ma i prezzi potrebbero salire

Spotify introduce l’importazione diretta delle playlist tramite TuneMyMusic, mentre negli USA si prepara un nuovo aumento dei prezzi che potrebbe arrivare presto anche in Italia.

Spotify tra novità e rincari: importare playlist sarà più facile, ma i prezzi potrebbero salire

Spotify continua a rafforzare il proprio ecosistema introducendo funzionalità pensate per semplificare l’esperienza degli utenti e, allo stesso tempo, preparando cambiamenti significativi sul fronte degli abbonamenti. Da una parte arriva l’integrazione con TuneMyMusic, che rende l’importazione delle playlist più immediata e senza complicazioni; dall’altra si profila all’orizzonte un nuovo aumento dei prezzi negli Stati Uniti, con possibili ripercussioni anche sul mercato italiano. Due mosse diverse ma complementari, che mostrano come la piattaforma stia lavorando sia sul miglioramento dell’usabilità sia sulla sostenibilità del proprio modello di business.

Spotify semplifica l’importazione delle playlist: addio alla ricreazione manuale

Spotify fa un passo importante verso la comodità degli utenti, annunciando una nuova integrazione con TuneMyMusic che rende l’importazione delle playlist da altri servizi più semplice e immediata. La funzione, già in fase di rollout, sarà presto accessibile direttamente nella sezione “La tua libreria” dell’app mobile.

Gli utenti dovranno soltanto scorrere fino in fondo alla pagina e selezionare la nuova voce “Importa la tua musica”, da cui sarà possibile collegarsi a TuneMyMusic e scegliere da quale piattaforma trasferire le proprie raccolte musicali. Il processo è studiato per essere rapido e sicuro: le playlist non vengono cancellate dalle piattaforme di origine, ma copiate integralmente all’interno di Spotify. TuneMyMusic supporta al lancio numerose piattaforme, tra cui Amazon Music, Apple Music, Deezer, Pandora, SoundCloud, Tidal e YouTube Music, offrendo così agli utenti la possibilità di migrare senza perdere anni di ascolti, compilation e scoperte musicali.

In passato, questa operazione era possibile solo tramite il sito web di TuneMyMusic, dove il servizio gratuito consentiva il trasferimento di un massimo di 500 brani per volta. Ora, con l’integrazione diretta nell’app Spotify, l’esperienza diventa molto più fluida, anche se per trasferimenti illimitati resta disponibile l’opzione premium del servizio esterno. La mossa di Spotify si inserisce in un contesto competitivo in cui altre piattaforme già offrono strumenti simili. Apple Music permette da tempo agli utenti di iPhone, iPad e Android di importare facilmente le librerie musicali da altri servizi direttamente dalle impostazioni, mentre YouTube Music consente di trasferire playlist da varie piattaforme, incluso Spotify stesso.

Con questa integrazione, Spotify punta a rendere meno complesso il passaggio dei nuovi utenti, abbattendo uno degli ostacoli principali al cambio di servizio: il dover ricreare manualmente intere librerie di brani. L’accordo con TuneMyMusic rappresenta un vantaggio reciproco. Spotify amplia la propria attrattiva nei confronti di chi desidera cambiare piattaforma, rendendo l’ingresso nell’ecosistema più immediato e senza frizioni. TuneMyMusic, dal canto suo, acquisisce visibilità grazie a una partnership con uno dei servizi di streaming più diffusi al mondo, consolidando il suo ruolo come strumento di riferimento per chi desidera migrare la propria musica.

Per gli utenti, il risultato è una soluzione pratica e veloce, che riduce drasticamente il tempo e lo sforzo necessari per trasferire playlist e raccolte musicali tra piattaforme diverse.

Spotify, nuovo aumento di prezzo in arrivo negli USA: cosa potrebbe succedere in Italia?

Spotify si prepara a ritoccare nuovamente verso l’alto il costo dei suoi abbonamenti Premium, con un incremento previsto nel primo trimestre 2026 negli Stati Uniti. L’aumento, che dovrebbe portare il piano Individual da 11,99 a 12,99 dollari, rientra in una strategia orientata alla sostenibilità economica della piattaforma, oggi forte di 713 milioni di utenti, di cui 281 milioni paganti. Complici la pressione delle major discografiche — che ritengono i prezzi attuali insufficienti rispetto all’inflazione — e un settore musicale in crisi, Spotify punta a migliorare la redditività con un rialzo che, secondo le stime, garantirebbe circa 500 milioni di dollari annui in più. Se verranno mantenute le tempistiche dell’ultimo aumento, anche in Italia il rincaro potrebbe arrivare a distanza di pochi mesi da quello statunitense. Nel frattempo, restano invariati i piani attuali: Individual a 11,99€, Student a 6,49€, Duo a 16,99€ e Family a 20,99€.

Continua a leggere su Fidelity News