L’applicazione è stata creata inizialmente come guida virtuale per i visitatori dei musei, i quali – grazie ad essa – possono ottenere informazioni particolari riguardo ogni opera in esposizione.
Gli sviluppatori hanno, poi, avuto la brillante idea di integrare all’interno dell’app la funzione di identificazione dei dipinti, sfruttando la fotocamera dei dispositivi per confrontare le immagini con quelle del database inserito in precedenza. Vi è, inoltre, la possibilità di creare una “galleria” personale all’interno dell’applicazione, in modo molto semplice, ovvero aggiungendo ai preferiti tutte le opere di nostro gradimento.
Purtroppo, i musei disponibili al momento sono soltanto quattro: presto, però, si prevede che altre gallerie di grande spessore si inseriscano nel database, arricchendolo notevolmente, dal momento che conservano al loro interno la maggior parte dei capolavori di tutti i tempi. I primi ad essere consultabili a breve saranno il Louvre di Parigi, il Metropolitan Museum of Art di New York, il Rijksmuseum di Amsterdam, e la Wallace Collection di Londra.
Oltre che ad essere di grande utilità per i visitatori, Smartify sarà proficuo anche per i musei, a cui fornirà pratiche statistiche sull’utilizzo dell’app, sulle opere più attenzionate e ricercate, e su quelle aggiunte più frequentemente ai preferiti. In questo modo, le gallerie potranno sapere quali sono i quadri meno conosciuti, quali quelli più apprezzati, e che meritano di conseguenza una maggiore esposizione e cura.
Un altro punto a favore del software è che esso è capace di riconoscere anche le foto o le stampe dei dipinti originali, così da poter essere sfruttato in diverse occasioni, anche qualora non ci si trovi direttamente ad osservare l’opera nel luogo in cui essa si trova esposta.