Smart Home: gli attacchi hacker più "strani" e scioccanti. Come difendersi?

Gli attacchi hacker sono una piaga vera e propria anche quando parliamo di dispositivi sofisticati come le smart home. Come difendersi? Ecco alcune storie recenti sui rischi.

Smart Home: gli attacchi hacker più "strani" e scioccanti. Come difendersi?

La tecnologia evolve con il passare dei giorni, settimane, mesi ed anni. Lo stesso vale anche per gli hacker, in quanto devono stare al passo con i tempi, se non anticiparli addirittura, per trovare eventuali falle nella sicurezza. Le smart home e i dispositivi legati alla domotica sono quanto di più comodo si possa chiedere con le attuali tecnologie.

Eppure, non è tutto oro quello che luccica: nella storia più recente, sono stati diversi gli attacchi informatici che hanno colpito impianti importanti come quello di refrigerazione, riscaldamento, auto a guida autonoma e così via. Un primo racconto, che potrebbe tranquillamente trarre ispirazione per la trama di un thriller, riguarda l’hackeraggio di un baby monitor. Nel 2014, due genitori sono stati svegliati in piena notte da una voce che era eccessivamente “strana” per essere il pianto di un bambino di 10 mesi.

Appena arrivati nella stanza, si sono resi conto che dal baby monitor qualcuno urlava: “Svegliati!”. Come se ciò non bastasse, appena i genitori sono entrati in camera, la videocamera ha distolto lo sguardo dal bambino e dai genitori. Questo, solo una cosa poteva significare: che la videocamera era stata hackerata. Quello appena raccontato ne è solo un esempio dei tanti venuti alla luce solo negli ultimi 6-7 anni. 

Gli attacchi informatici recenti che riguardano le smart home

Andando avanti nel tempo di appena 2 anni, nel 2016, un gigante attacco informatico ha messo in ginocchio i siti più importanti al mondo in Europa e Stati Uniti, sfruttando le vulnerabilità di alcune webcam smart. Si trattava di un attacco DDOS che ha puntato ad hackerare i dispositivi connessi per sopraffare i server di Dyn. Il risultato? Diversi siti come Netflix, Spotify, Reddit, CNN e Twitter sono stati bloccati per la maggior parte della giornata. 

Un altro attacco DDOS, sempre nel 2016, ha colpito l’impianto di riscaldamento in una cittadina della Finlandia. Questa volta, l’attacco ha preso di mira i sistemi che controllavano il riscaldamento centralizzato e la circolazione dell’acqua calda negli edifici. I dispositivi venivano riavviati continuamente in modo completamente autonomo. Ciò ha provocato il blocco dei riscaldamenti in un periodo in cui le temperature in Finlandia scendevano ben sotto gli zero gradi. Potenzialmente, gli hacker potrebbero anche alzare eccessivamente le temperature in estate tramite riscaldamento. 

Lo stesso tipo di attacco può essere fatto, per esempio, alle auto. Nel 2015, è stato possibile hackerare una Jeep Cherokee. L’hacker poteva controllare tutto: dai tergicristalli, il climatizzatore, la radio e altro ancora. Con le auto a guida autonoma, ad esempio, potenzialmente c’è lo stesso rischio: in passato, un giornalista ha dimostrato come un hacker avrebbe potuto controllare la guidabilità del veicolo, accelerando e sterzando a proprio piacimento, mandando fuori strada anche il veicolo. 

Come proteggersi dagli attacchi hacker?

Con quanto detto finora non si vuole assolutamente incutere timore nei confronti della tecnologia, ma semplicemente sensibilizzare a tenere maggiore attenzione quando si imposta una password, e simili. Tra i consigli più comuni c’è quello di modificare periodicamente la password, e aggiornare il firmware. Con quest’ultimo in particolare, si può usufruire delle ultime patch di sicurezza. Di default, i dispositivi possono essere dotati di password fornite dall’azienda e sono tutte uguale tra i dispositivi: in quel caso, modificarla è di vitale importanza. 

Inoltre, può tornare utile configurare il router per evitare accessi da remoto oppure, ancora, aggiornare il firewall e personalizzarne gli accessi, oltre che aggiornare l’antivirus quotidianamente se necessario. Anche informarsi su come funzionano i dispostivi di cui si è già in possesso può essere un aiuto prezioso per migliorare la sicurezza della smart home, correggendo eventuali impostazioni sbagliate o pericolose. 

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