Non ha fatto in tempo a cambiare il nome del suo servizio cloud, da SkyDrive a OneDrive, che l’azienda di Redmond deve fare nuovamente i conti con una delle aziende più importanti della scena televisiva, Sky, la quale ha portato in tribunale il colosso del sistema operativo con le “finestre” per valutare l’idoneità o meno del nome di una delle applicazioni di istant messaging e videochat più rinomate del momento: Skype.
Simili nel suono ma non nella sostanza, sembra che le due parole in effetti non possano co-esistere secondo quanto stabilito dal Tribunale Europeo, che ha dato ragione al magnate televisivo, giudicando peraltro molto simile anche il logo. A causa di questa sentenza, la Microsoft non potrà, dunque, registrare il brand Skype in Europa, dandola così vinta (almeno per il momento) per la seconda volta al gruppo British Sky Broadcating.
L’azienda di Redmond, che al momento è impegnata con il perfezionamento del suo nuovo sistema operativo Windows 10 e che ha già fatto parlare di sé per l’introduzione dell’emblematica e “volgare” icona dito medio, ha infatti avvisato il colosso della pay tv che non rimarrà con le mani in mano ma ricorrerà in appello alla sentenza, certa del fatto che non può esistere anche a livello commerciale ed economico nessun fraintendimento fra i due brand che, oltre ad essere differenti come parola, lo sono anche nella sostanza e nell’ambito abbracciato.
Al momento, dunque, Skype rimane anche come brand ma non è escluso che, a seguito dell’ulteriore sentenza, Microsoft debba versare nelle case dell’azienda televisiva fior di quattrini per pagarne i diritti della licenza d’uso oppure decidere di cambiare nome.
A quel punto potrebbe sorgere un problema e non di poco conto: infatti, un furbetto squattrinato potrebbe decidere di rilevare il brand con tutti i vantaggi di popolarità acquisiti negli anni e pagare la licenza a Sky. In questo caso si aprirebbe una guerra su un altro fronte ma prima di azzardare ulteriori ipotesi è bene attendere la sentenza definitiva.