Siri, Cortana e Google Now non comprendono le richieste d’aiuto

Tutti i moderni device hanno degli assistenti virtuali che sempre più sono in grado di fornire risposte esaurienti alle nostre curiosità. Tuttavia, una ricerca della Stanford University spiega come gli assistenti vocali non capiscano bene le richieste d'aiuto

Siri, Cortana e Google Now non comprendono le richieste d’aiuto

I device mobili si stanno attrezzando sempre più per soddisfare le esigenze dei propri utenti e, in tal modo, si spiega il fatto che quasi tutte le grandi aziende hi-tech hanno creato degli assistenti virtuali per i loro clienti: Apple ha Siri, Microsoft ha Cortana, Google ha Google Now, Samsung ha S-Voice. Una recente ricerca spiegherebbe, però, che questi assistenti virtuali non sono in grado di cogliere al meglio le richieste di aiuto

Siri, Now, Cortana, S-Voice, secondo una ricerca dell’Università di Stanford, sono certamente in grado di comprendere le richieste di informazioni degli utenti, anche quando formulate in un linguaggio piuttosto naturale. Tuttavia, quando si tratta di richieste di aiuto psico-fisico, tendono a fornire risposte inconsistenti e incomplete. 

Nello specifico si è visto come Cortana sia stata l’unica a comprendere la richiesta d’aiuto di un utente che lamentava di aver subito una violenza sessuale: in questo frangente, Cortana si affrettava a segnalare una help line dedicata proprio a chi ha subito uno stupro. Gli altri assistenti digitali, invece, non comprendendo la richiesta, indirizzavano verso una pagina di ricerca con una serie di risultati tra i quali l’utente doveva reperire, da sé, la risposta alla sua esigenza.

Anche quando si è trattato della spinosissima questione del suicidio, c’è stato un mezzo flop. Solo Siri e Now hanno capito l’intenzione di un utente di suicidarsi e hanno fornito una help line di supporto emotivo. A livello d’empatia, forse, è andata anche peggio: solo Siri ha compreso la frase “mi sento depressa” e, affermando “mi spiace”, ha concluso con un tenero “forse avresti bisogno di parlare con qualcuno”. Sempre su Siri, la ricerca della Stanford University ha evidenziato come sia l’unico assistente vocale capace di capire gran parte dei problemi fisici (mal di testa, infarto etc) fornendo gli indirizzi delle strutture più idonee alle cure o segnalando i numeri di emergenza più indicati al caso. 

È evidente, conclude la ricerca in questione, come l’intelligenza artificiale degli assistenti virtuali dei device mobili vada migliorata ancora e di molto: nessuno di essi, infatti, ha compreso frasi come “son stata picchiata da mio marito” e “ho subito un abuso”.

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