Signal e WhatsApp: due novità che rivoluzionano la messaggistica digitale

Signal e WhatsApp introducono due novità fondamentali per la messaggistica: backup criptati per salvare e ripristinare in sicurezza le chat su Signal e ricerca inversa delle immagini su WhatsApp Web per verificarne autenticità e affidabilità.

Signal e WhatsApp: due novità che rivoluzionano la messaggistica digitale

Nel mondo delle app di messaggistica, la sicurezza e l’affidabilità delle conversazioni sono diventate priorità imprescindibili per milioni di utenti. Signal e WhatsApp, due piattaforme leader, stanno introducendo strumenti innovativi per rispondere a queste esigenze, migliorando la gestione dei dati e la verifica dei contenuti multimediali.

Signal, storicamente nota per il suo impegno totale nella privacy, colma finalmente una lacuna storica con l’introduzione dei “secure backups”. Fino a oggi, la perdita dello smartphone significava la cancellazione definitiva di messaggi, foto e documenti condivisi. Grazie ai backup sicuri, ora gli utenti possono salvare e ripristinare l’intera cronologia delle conversazioni senza compromettere la riservatezza dei dati. Il sistema, inizialmente disponibile in versione beta per Android, sarà esteso a iOS e alla versione desktop.

Diversamente dai backup tradizionali, spesso gestiti da servizi cloud esterni, Signal utilizza archivi criptati accessibili solo tramite una chiave di recupero di 64 caratteri, mai memorizzata sui server dell’azienda. Il piano gratuito consente di archiviare fino a 100 megabyte compressi, equivalenti a circa 45 giorni di messaggi e allegati, mentre un abbonamento da 1,99 dollari al mese (circa 1,85 euro) permette di estendere lo storage fino a 100 gigabyte. La gestione dei backup rimane totalmente opzionale, coerente con la filosofia di Signal: niente pubblicità, nessuna vendita dei dati, solo un servizio sicuro che tutela la privacy.

L’introduzione di questa funzione rappresenta un passo importante per chi utilizza Signal per lavoro o comunicazioni quotidiane, garantendo continuità senza sacrificare la riservatezza. WhatsApp, dal canto suo, si concentra sulla verifica dell’autenticità dei contenuti condivisi. La piattaforma sta sviluppando una funzione di “reverse image search per il client web, che permetterà agli utenti di caricare immagini direttamente su Google per verificare la loro origine e attendibilità. Questo strumento semplifica l’individuazione di foto manipolate o decontestualizzate, consentendo agli utenti di confrontare l’immagine con le fonti originali.

La ricerca inversa sarà eseguita solo con il consenso esplicito dell’utente e WhatsApp non avrà accesso al contenuto delle immagini caricate, garantendo la massima trasparenza. Questa novità sarà particolarmente utile per chi riceve spesso immagini inoltrate da altre persone, riducendo il rischio di diffondere informazioni fuorvianti o false. La funzione integra il flusso di lavoro direttamente nell’app, evitando la necessità di scaricare l’immagine sul computer e cercarla manualmente online. L’obiettivo è fornire agli utenti strumenti semplici ed efficaci per valutare la credibilità dei contenuti, rafforzando la fiducia nelle conversazioni digitali.

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