Russia come la Cina: nasce la super app MAX, WhatsApp e Telegram a rischio esclusione

Il Cremlino introduce MAX, una nuova super app preinstallata su tutti gli smartphone, che centralizza messaggi, pagamenti e servizi pubblici, spingendo verso l’esclusione di WhatsApp e Telegram dal Paese.

Russia come la Cina: nasce la super app MAX, WhatsApp e Telegram a rischio esclusione

La Russia compie un ulteriore passo verso il controllo totale del proprio ecosistema digitale: dal prossimo mese, ogni nuovo smartphone venduto nel Paese avrà preinstallata MAX, una super app sviluppata dallo Stato, sul modello cinese di WeChat. L’obiettivo è chiaro: creare un ambiente digitale interamente nazionale e monitorabile, capace di sostituire le app occidentali come WhatsApp, Telegram e perfino i servizi di Google.

MAX non sarà una semplice app di messaggistica. Al suo interno convergeranno strumenti per il pagamento, l’accesso ai servizi pubblici, le comunicazioni ufficiali con la pubblica amministrazione e – in futuro – anche funzioni bancarie, social e logistiche. A detta del governo russo, tutti i cittadini dovranno poterne fare uso per accedere ai servizi statali, e insegnanti e dipendenti pubblici sarebbero già stati invitati a utilizzarla nelle scuole e negli uffici.

Il progetto, però, rappresenta molto più di un’innovazione digitale: è l’ultimo tassello della strategia del Cremlino per “russificare” il web. Già con l’invasione dell’Ucraina nel 2022, Mosca aveva avviato un giro di vite sulle piattaforme straniere: Facebook, Instagram e X sono stati banditi, TikTok ha ridotto le sue funzionalità, e YouTube subisce continue limitazioni. In parallelo, sono cresciute alternative locali come VK (ex VKontakte), sempre più legate al potere centrale.

Secondo Anastasiia Kruope di Human Rights Watch, la direzione è netta: “Lo scopo è il controllo assoluto di contenuti, comunicazioni e comportamenti online. Come in Cina, tutto dovrà passare attraverso canali ufficiali, monitorabili e modificabili”.

Le conseguenze non tardano ad arrivare. Anton Gorelkin, vicepresidente della commissione IT della Duma, ha già avvertito che WhatsApp dovrebbe prepararsi a lasciare il mercato russo. Anche Telegram, nonostante le sue radici russe e l’uso da parte dello stesso governo, potrebbe subire restrizioni se non si piegherà alle nuove regole. Intanto cresce la preoccupazione tra attivisti e difensori della libertà digitale. “Se MAX prenderà il sopravvento, rischiamo che ogni altro mezzo di comunicazione venga bloccato”, denuncia Mikhail Klimarev dell’Internet Protection Society. Anche le VPN – ultima via di fuga per molti utenti – vengono sistematicamente censurate: oltre 200 sono già state bloccate, e nuove leggi vietano persino la pubblicità di questi strumenti.

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