Ricordate la truffa “nigeriana” a seguito della quale, credendo di vendere il proprio computer ad un cliente estero, quest’ultimo – ricevuto il PC – spariva senza pagare? Qualcosa di simile è tornato in auge nelle scorse settimane, ma adattandosi al nuovo canale di comunicazione per eccellenza, WhatsApp.
Nello specifico, sembra che diversi inserzionisti online, attivi sulle piattaforme Ebay, Kijiji (di proprietà della prima), e Subito.it, abbiano ricevuto un messaggio, via WhatsApp, da un numero ovviamente non in rubrica, nel quale TrenDevice, un’azienda che – dietro valutazione online – compra e rivende device usati (poi ricondizionati), si mostrerebbe interessata all’acquisto del terminale “x” messo in vendita nelle bacheche online dei brand poc’anzi citati, accollandosi le responsabilità e le spese della spedizione.
Inutile dire che molti utenti sono cascati nella trappola perché, è vero, TrenDevice esiste sul serio: peccato che non sia coinvolta nell’iniziativa in questione, e che l’utente – spedito il proprio device al latore del messaggio (che avrà fornito, per l’occasione, un indirizzo di comodo) – si ritrovi col classico pugno di mosche in mano.
Avvertita della circostanza, TrenDevice ha precisato che solo in seguito alla compilazione di un form online (quello della valutazione) un suo operatore procede a contattare l’utente, e sempre via mail o telefono, mai via WhatsApp (anche se, nella truffa, talvolta veniva fatta una chiamata da una numerazione estera).
Qualora si riceva il messaggio oggetto della truffa, è bene badare alle sue incongruenze (in alcune parti di parla di una vendita diretta all’azienda TrenDevice, mentre in altre sembra quasi che si proponga un servizio in conto vendita, con tanto di bonus premio del 20% sugli acquisti effettuati tramite la piattaforma di “ritiro dell’usato”), ed effettuare immediata denuncia alla Polizia Postale, anche tenuto conto che la Procura e le forze dell’ordine – su sollecitazione della vera TrenDevice – hanno già avviato le indagini sul caso.