Secondo il rapporto annuale del “Vision Council of America” 2015, le persone passano molto del loro tempo giornaliero, da quando si svegliano a quando vanno a dormire, davanti a un monitor, che sia un display di un tablet, di uno smartphone, di un reader o di un computer.
In particolare, il 69% degli adulti americani usa quotidianamente uno smartphone (tre anni fa era il 45%) e il 42,5% del medesimo target adopera gli ebook reader per leggere un libro (nel 2012, si era fermi al 26%). Sempre secondo il rapporto in questione, il 90% degli adulti passa più di due ore davanti a uno schermo e ben 3 individui su 10 trascorre oltre 9 ore davanti a una qualsivoglia tipologia di monitor, spesso per lavoro (come i professionisti del computer e dell’informazione).
La quantità di tempo trascorso e la distanza alla quale si fruisce i monitor (un braccio quando si tratta degli schermi dei pc, 8 o 12 pollici quando parliamo dei piccoli display dei device mobili), è rilevante perchè questi schermi emettono una particolare frequenza dello spettro luminoso nota come “luce blu“. Questa luce blu, come detto, viene fruita sempre, in diverse circostanze, ed essendo a bassa intensità, non attira mai la nostra attenzione ma dovrebbe perché, spiegano gli ottici americani, a lungo andare causa una degenerazione delle cellule della retina responsabili dell’elaborazione delle informazioni luminose. Risultato? Considerando che tali cellule NON si rigenerano, si può andare incontro a degenerazione maculare e cataratta.
Per correre ai ripari, si può – certo – utilizzare dei particolari occhiali che filtrano tali frequenze luminose ma anche agire sui device che utilizziamo spesso. Nel caso di un computer, ad esempio, possiamo applicare delle pellicole filtranti o il programma “F.Lux” che, compatibile per PC, Mac (e iOS), Linux, adegua la luce del monitor alla fase del giorno in cui si troviamo: in tal modo potremo avere una luce soffusa e calda quando è sera ed una luce più splendente, a dir poco solare, quand’è giorno.
Il vero problema, però, è rappresentato dal display dei device mobili sempre più usati per informare ed informarsi, per fotografare e condividere. In questo ambito possiamo cautelarci con una serie di applicazioni davvero molto utili. Nel caso di Android e iOS, ad esempio, possiamo utilizzare “Twilight” che permette di impostare una fascia oraria nella quale erogare una luce di cui possiamo variare la temperatura del colore, l’intensità e la luminosità (in questo modo potremo anche evitare di avere una luce che inganni il nostro cervello e ci faccia prendere sonno più tardi). Molto pratica, ed attinente, è anche “Filtro luce blu” che permette di filtrare proprio la luce blu scegliendone il livello di opacità desiderato (persino di notte, grazie alla versione apposita)