WhatsApp continua a evolversi tra nuove funzionalità ufficiali e fenomeni virali discutibili. Da un lato, la versione beta 25.20.10.78 per iOS introduce gli Status Ads e i Promoted Channels, segnando l’ingresso controllato della pubblicità nel tab Aggiornamenti, con un sistema trasparente e rispettoso della privacy. Dall’altro, Meta sembra intenzionata a sostituire definitivamente l’app nativa per Windows con una versione basata su WebView, sacrificando parte dell’integrazione con il sistema operativo per uniformare l’esperienza tra le piattaforme. A fare da contrappunto, si diffonde intanto l’ennesima “modalità segreta” – stavolta chiamata “Puffo” – che si rivela una semplice bufala, priva di riscontro ufficiale ma potenzialmente rischiosa se sfruttata da app di terze parti non sicure.
WhatsApp Beta per iOS 25.20.10.78: ecco le novità tra Status Ads e Promoted Channels
WhatsApp ha rilasciato una nuova versione beta per iOS, la 25.20.10.78, disponibile tramite il programma TestFlight, che introduce importanti novità per il tab Aggiornamenti (Updates). Tra le principali funzionalità in fase di rollout spiccano gli Status Ads e i Promoted Channels, due nuovi modi per inserire contenuti sponsorizzati all’interno dell’esperienza Status e Canali, attualmente accessibili a una parte selezionata di beta tester.
Gli Status Ads si inseriscono tra gli status tradizionali con annunci pubblicitari chiaramente identificati, che gli utenti possono scorrere come un normale contenuto o ignorare con uno swipe. Se un inserzionista dovesse risultare troppo invadente, è possibile bloccarlo in modo definitivo, garantendo il controllo completo sulla fruizione degli annunci. I Promoted Channels invece aumentano la visibilità dei canali pubblici all’interno della directory, posizionandoli in evidenza per attirare nuovi follower: un esempio pratico potrebbe essere un ristorante locale che promuove un canale dedicato alle proprie ricette direttamente su WhatsApp, evitando di dipendere da altre piattaforme come Instagram o Facebook.
Anche in questo caso, la sponsorizzazione è sempre segnalata in modo trasparente. WhatsApp sottolinea che questi contenuti sponsorizzati appaiono esclusivamente nel tab Aggiornamenti, mantenendo intatta la privacy delle chat private, dei gruppi, delle comunità e delle chiamate, che rimangono protette da crittografia end-to-end. La pubblicità si basa su informazioni limitate e non include dati personali sensibili come i numeri di telefono. Inoltre, gli utenti possono scegliere di collegare il proprio account WhatsApp al Meta Accounts Center per affinare ulteriormente le preferenze pubblicitarie, ma questa opzione è disabilitata di default e sempre gestibile manualmente.
Per garantire trasparenza, WhatsApp permette agli utenti di scaricare un report sull’attività pubblicitaria ricevuta, con dettagli su date e inserzionisti, e offre strumenti per bloccare o segnalare gli inserzionisti direttamente dalle impostazioni o durante la visualizzazione degli annunci. L’introduzione di queste funzionalità è graduale, così da monitorare il loro impatto e garantire stabilità prima di un rilascio più ampio.
WhatsApp abbandona l’app nativa per Windows: rimarrà solo la versione web?
Meta sembra pronta a dire addio all’app nativa di WhatsApp per Windows, sostituendola con una versione che sfrutta la tecnologia Edge WebView2 per caricare l’interfaccia web, come emerso nell’ultima beta. Questa decisione, dettata dalla volontà di semplificare lo sviluppo mantenendo un solo codice base per tutte le piattaforme, penalizza però l’integrazione con Windows 11, aumentando il consumo di RAM e riducendo la fluidità generale, rispetto alla precedente app basata su WinUI. Sebbene la nuova soluzione introduca miglioramenti legati a canali, Stato e Comunità, il passaggio da un’app nativa a una finestra web rischia di scontentare chi cercava prestazioni ottimizzate e un’esperienza davvero integrata nel sistema operativo.
WhatsApp e la falsa modalità “Puffo”: quando il mito supera la realtà
Negli ultimi giorni è tornata a circolare una nuova presunta “modalità Puffo” di WhatsApp, spacciata come una funzionalità segreta che migliorerebbe la leggibilità delle chat. In realtà, si tratta solo dell’ennesima bufala virale che sfrutta la popolarità dell’app di Meta per attirare clic e generare traffico. Questa “modalità” non è altro che un tema grafico creato dagli utenti, privo di qualsiasi ufficialità o novità reale. Purtroppo, il fenomeno delle cosiddette modalità segrete è ormai un classico nel mondo di WhatsApp: da tartarughe a capibara, da Minecraft a Stitch, ogni settimana spuntano nuovi presunti aggiornamenti miracolosi, tutti smentiti dalle fonti ufficiali.
Questi falsi scoop sono spesso utilizzati anche per spingere all’installazione di client alternativi e poco sicuri, rappresentando un rischio per la sicurezza degli utenti. La personalizzazione di WhatsApp resta comunque possibile e sicura attraverso strumenti ufficiali come la modifica degli sfondi, l’uso di launcher alternativi o la creazione di sticker personalizzati. In attesa della prossima “moda” virale, è importante mantenere un atteggiamento critico e verificare sempre le fonti prima di condividere notizie su presunte novità dell’app.