L’app "Peeple" si occuperà solo di feedback personali positivi

Peeple, l'annunciata app che avrebbe dovuto permetterci di lasciare liberi feedback anche sulle relazioni personali e gli individui in esse coinvolti, fa dietro front. Solo pareri positivi e monitoraggio su quelli un po' troppo "severi"

L’app "Peeple" si occuperà solo di feedback personali positivi

Proprio oggi si festeggiano i 5 anni di Instragram, il social network dell’immagine e dell’apparenza, e sembra che di social network che ne siano ormai tanti, forse troppi. E ciò nonostante, vi è qualcuno che non la pensa così.

Nelle scorse settimane, l’imprenditrice canadese Julia Cordray ha annunciato sul suo profilo Linkedin l’intenzione di rilasciare “Peeple”, una sorta di Tripadvisor per le relazioni umane in cui si sarebbe potuto valutare ogni persona, ogni rapporto personale, familiare e non, alla stregua di un prodotto che si desidera comprare o del quale, eventualmente, si è rimasti delusi. 

Con l’applicazione in questione, ogni individuo della nostra rete di rapporti, più o meno ampia che fosse, sarebbe stato valutabile secondo una scala che andava da 1 (trascurabile) a 5 (eccezionale). La giovane Cordray (34 anni) nel presentare la sua creatura ha spiegato, con candore, che ogni giorno si fanno miliardi di ricerche quando si tratta di comprare un’automobile o qualche altro oggetto.

In casi del genere la parola d’ordine è feedback: vogliamo sapere cosa ne pensano gli altri di un dato elemento, prima di poter procedere – cum grano salis – ad eventuale esborso. Dunque, perché non fare la medesima cosa anche negli altri aspetti della vita umana, come le relazioni interpersonali, dove un esborso pure c’è ed è quello emotivo?

Per esempio, la nostra partner lascia la biancheria sporca disseminata per casa? 1 Stella! Gli uomini di casa non centrano il bidè? Senza voto, via! Rimandati a Settembre. Certo, messa così la cosa può anche sembrare simpatica ma tale non dev’essere apparsa gli utenti della rete che hanno letteralmente sommerso la Corday di critiche su ogni social esistente (Twirrer, Facebook, Linkedin).  

Le critiche più pesanti hanno compreso le minacce di morte, quelle più leggere si sono  – giustamente – soffermate sui pericoli di un’applicazione del genere in caso di giudizi negativi: per costruire un rapporto umano occorrono anni e anni di impegno e spesso occorre far buon viso a cattivo gioco, cosa ne sarebbe se potessimo davvero dire quel che si pensa di ciascuno che incontriamo?

In un battibaleno interi rapporti personali e familiari si dissolverebbero come neve al sole. E vogliamo, poi, parlare delle eventuali ricadute, in tema cyberbullismo, per gli adolescenti ancora impegnati nella costruzione della loro identità personale?

Ecco, dopo una settimana di osservazioni del genere, la “povera” Cordray non ha resistito ed ha ammesso che, no, la settimana appena trascorsa non è stata delle sue più memorabili e che avrebbe volentieri fatto a meno di trasformarsi in una tranding top su Facebook e Twitter.

Ad ogni modo, a quanto pare, “la notte ha portato consiglio”. Se, sulle prime, Corday si è limitata a dire che Peeple avrà solo una caratterizzazione positiva, in seguito ha ammesso che l’applicazione sarà utilizzabile solo da chi abbia almeno 21 anni e già un profilo su Facebook e, infine, è arrivato il dietro front totale (o quello che tale appare): i pareri positivi saranno pubblicati subito, quelli negativi resteranno in sospeso per 48 ore e non verranno pubblicati nel caso fossero troppo duri e la persona direttamente coinvolta non fosse d’accordo. 

Quindi, in pratica, a cosa servirà Peeple qualora dovesse davvero uscire, a Novembre, su piattaforma iOS ed Android? Mistero.

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