Instagram, la più grande piattaforma al mondo per la condivisione delle immagini, anche nei periodi di bonaccia è al lavoro su qualche novità, che si tratti di progetti a lungo termine, come l’inserimento di altra pubblicità tra le sue sezioni (nello specifico, su IGTV), o di novità di più immediato impiego, come un repulisti per contenere la disinformazione sul tema del coronavirus.
Secondo il tabloid indiano digitale “The Indian Express” Facebook avrebbe intenzione di portare la pubblicità, già presente nel NewsFeed di Instagram (da cui ricava annualmente 20 miliardi di dollari di entrate pubblicitarie), anche nella sezione IGTV, dedicata ai video verticali, con lo scopo, però, di fronteggiare il gigante del settore, YouTube, ben più attrattivo presso i Creators, grazie al suo programma di monetizzazione.
Le fonti del portale indiano riportano, nello specifico, che da venerdì scorso, Facebook Inc ha preso a contattare alcuni dei migliori creatori di convenuti della sezione in oggetto per proporre loro di partecipare a un test, nell’ambito del quale Menlo Park lascerebbe loro il 55% delle entrate da ads. Interpellata in merito, la piattaforma di video sharing, per tramite del suo direttore operativo, Justin Osofsky, ha presentato l’iniziativa come uno step iniziale per aiutare i creativi a monetizzare la loro presenza su IGTV spiegando che, nell’intenzione di farlo bene, si procederà gradualmente con un test del genere, portato avanti con alcuni profili emergenti di IGTV.
Passando dai progetti in divenire a quelli già concreti, sempre in ambito Instagram, Facebook Inc ha comunicato un giro di vite contro quei filtri, basati sulla realtà aumentata che, in piena pandemia da coronavirus, millantano di diagnosticare e curare la patologia in questione, creando solo disinformazione e, a tratti, ansia.
In più, tramite un post nella comunità Facebook dei creatori dei filtri in AR per Instagram (“Spark AR Creators“) è stato spiegato che non verranno più accettati filtri del genere, che si limitano ad applicare una mascherina al viso dell’utente per eseguire uno pseudo test medico, e che agli utenti sarà impedito di cercare filtri AR connessi al COVID-19, ad eccezione di quelli che siano stati ideati in partnership con organizzazioni sanitarie riconosciute e certificate.