Il Coronavirus arriva in Italia: su WhatsApp diventano virali due bufale sull’accaduto

Alcuni messaggi di testo e audio su WhatsApp diffondono bufale ad hoc per impaurire gli utenti. Raccontano la storia di un cittadino cinese ricoverato a Lecce a causa del Coronavirus.

Il Coronavirus arriva in Italia: su WhatsApp diventano virali due bufale sull’accaduto

Il Coronavirus è l’argomento più chiacchierato dall’inizio di questo 2020. WhatsApp ancora una volta non ha colpe, ma è il mezzo con il quale si inoltrano bufale (altrimenti dette fake news), ovvero notizie false modificate ad hoc per sembrare veritiere e incutere timore nel prossimo creando della disinformazione che in alcuni casi può rivelarsi addirittura pericolosa. L’unione tra i due fenomeni si è avuta col fatto che nelle ultime ore si stanno diffondendo due file audio che raccontano una storia falsa in merito a un cittadino cinese ricoverato a Lecce.

Tale persona sarebbe da poco arrivata da Whuan, la città dalla quale è partito il contagio del Coronavirus, e dunque sarebbe la prova che l’epidemia sarebbe arrivata anche in Italia, visto che le sue condizioni risulterebbero essere molto gravi. Niente di tutto quello appena scritto, però, è vero.

Coronavirus: il pericolo della disinformazione e la paura

La fonte, per tenersi aggiornati su tutto quello che accade in Italia inerente alla diffusione del Coronavirus, è il sito dell’Istituto Superiore della Sanità. Anche il primario dell’ospedale leccese ha prontamente smentito tutto quello che si sta inoltrando su WhatsApp. 

I messaggi audio, narrati da una voce maschile e una femminile, riportano con testuali parole: “Faccio presente a tutti quanti che questo pomeriggio al pronto soccorso di Lecce si è ricoverato un cinese molto grave con il virus in quanto era rientrato da 10 giorni dalla Cina e ne è affetto. Se si può evitare di andare al pronto soccorso di Lecce è meglio. Meglio andare in altri ospedali perché adesso c’è il pericolo qui. È confermato, ve lo dico perché lo so personalmente in quanto mio fratello sta nel pronto soccorso“. 

Oltre ai messaggi audio, però, si aggiungono anche dei testi creati ad hoc che incolpano i negozi e le attività commerciali gestite dai cinesi. Anche in questo caso, tutto ciò che viene inviato su WhatsApp è un falso. Delle smentite di alcune fonti, infatti, confermano che il Coronavirus, ad esempio, non si diffonde per via alimentare e che, in Europa, è assolutamente vietato importare carni crude provenienti dalla Cina. 

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