Google – coinvolto in un brutto problema riguardante YouTube – nel contempo ha recentemente introdotto alcune novità significative in tre dei suoi servizi più utilizzati: Google Maps, YouTube Music e Android Auto. Vediamo insieme di cosa si tratta, caso per caso.
L’UI di Google Maps su Android Auto non convince
La nuova interfaccia di Google Maps per Android Auto ha portato un cambiamento apparentemente minore ma molto discusso. La mappa, quando non si utilizza la navigazione attiva, viene ora posizionata centralmente, con il pannello di ricerca e dei suggerimenti che occupa una porzione significativa dello schermo. Questo design, ritenuto invadente, rende più difficile consultare la mappa, soprattutto su display di piccole dimensioni.
Molti utenti si sono lamentati su piattaforme come Reddit, chiedendo che il pannello diventi meno invasivo o che sia possibile ridimensionarlo in modo più intuitivo. Nonostante le critiche, Google non ha ancora annunciato modifiche in risposta, lasciando molti automobilisti insoddisfatti di questa nuova esperienza.
Effetto Trump: “Gulf of America” su Google Maps per gli utenti USA
La seconda novità riguarda un aggiornamento geopolitico riservato agli utenti statunitensi. A seguito di un ordine esecutivo firmato dall’ex presidente Donald Trump, Google Maps adotterà il nome “Gulf of America” al posto di “Golfo del Messico“. Questa modifica, valida solo negli USA, è stata resa possibile dall’aggiornamento del Geographic Names Information System, il database ufficiale per i nomi geografici. Per gli utenti messicani e quelli di altri Paesi, il nome originale sarà ancora visibile, o verranno mostrate entrambe le denominazioni.
Tuttavia, la decisione ha sollevato un acceso dibattito, con accuse di politicizzazione e possibili tensioni culturali tra le nazioni coinvolte. Google ha ribadito che le modifiche si limitano a riflettere le scelte delle autorità governative, senza assumere una posizione politica.
YouTube: Music scaricato oltre 5 miliardi di volte su Android, problemi con gli annunci pubblicitari
YouTube Music ha recentemente raggiunto un traguardo significativo, superando i 5 miliardi di download sul Google Play Store. Questo risultato lo colloca tra le applicazioni più scaricate, unendosi a nomi come YouTube, Google Maps, Gmail e Google Chrome. Lanciato nel 2015, YouTube Music ha sostituito Google Play Music nel 2019, diventando l’app predefinita per la musica su dispositivi Android. Questa transizione ha contribuito a un aumento significativo dei download, grazie all’integrazione diretta nel sistema operativo. Nonostante la crescita dei download, è importante notare che non tutti gli utenti sono abbonati o utilizzano attivamente l’app. Secondo dati di febbraio 2024, circa 100 milioni di persone sono abbonate a YouTube Premium, che include YouTube Music senza annunci. Un fattore che ha contribuito all’espansione dell’app è l’integrazione dei podcast, consolidando YouTube Music come una piattaforma multifunzionale. Questa mossa ha attratto nuovi utenti, ampliando ulteriormente la base di utenti dell’app.
Il mondo di YouTube però non è tutto rose e fiori. In un recente incidente che ha sollevato preoccupazioni sulla sicurezza online per i bambini, un bambino di 7 anni è stato esposto a contenuti di natura sessuale tramite un annuncio pubblicitario su YouTube. L’episodio, verificatosi il 28 gennaio 2025, ha messo in luce le persistenti difficoltà di YouTube nel filtrare e bloccare annunci inappropriati, nonostante le promesse di miglioramento nella moderazione dei contenuti. Questo caso è diventato virale su piattaforme come Reddit, dove utenti e genitori hanno discusso l’evento, sottolineando le lacune nel sistema di moderazione automatizzata di Google. Nonostante la piattaforma abbia linee guida rigorose che vietano espressamente la pubblicazione di annunci espliciti per minorenni, i sistemi di intelligenza artificiale impiegati per monitorare e approvare gli annunci non sono riusciti a prevenire la visione di tale materiale da parte di un pubblico così giovane. Questo incidente pone interrogativi sulla necessità di un controllo umano più rigoroso per affiancare o sostituire le attuali soluzioni basate su AI, che, come dimostrato, possono fallire nel proteggere gli utenti più vulnerabili dai contenuti inappropriati.