Google è una delle aziende più influenti e innovative del mondo, con prodotti e servizi che spaziano dalla ricerca online, al sistema operativo mobile, alla guida assistita. In questo recap, vedremo alcune delle considerazioni che riguardano Google in occasione del 25° anniversario della sua ricerca, e alcune novità dell’aggiornamento di Android Auto e della beta di Android 14.
Google festeggia 25 anni di Ricerca. Molti estimatori ricordano ancora quel motore di ricerca in beta con il logo colorato e simpatico. Ci ha messo tempo per diventare il punto di riferimento che è oggi, e dietro le quinte c’è tanto lavoro che Google, per il suo venticinquesimo anniversario, ha deciso di celebrare. Nel corso degli anni, abbiamo continuato a innovare e a migliorare la Ricerca Google giorno dopo giorno – dicono da Mountain View. È stato un tipo di viaggio: dalla creazione di modalità del tutto nuove per fare ricerche, al sostegno di milioni di attività commerciali per connettersi con i clienti attraverso i risultati di ricerca e gli annunci (iniziando con la promozione di un’attività tramite AdWords nel 2001), fino ai divertenti doodle ed easter egg. La realtà, ammette Google, è che la Ricerca non è un problema risolto, perché le vecchie sfide si trasformano, si evolvono, e ne arrivano sempre di nuove, in un mondo, soprattutto quello informatico, in rapida e continua evoluzione. Per i 25 anni però Google ha voluto fermarsi un momento per guardarsi indietro, e raccontare a estimatori e utenti come si è arrivati alla Ricerca Google attuale e come si vuole arrivare alla Ricerca Google futura.
Il primo punto affrontato da Google riguarda la qualità, sinonimo di credibilità verso il pubblico della rete. All’inizio l’algoritmo PageRank non valutava solo la corrispondenza delle parole su una pagina, analizzava anche il modo in cui i siti erano collegati tra loro per ottenere informazioni sull’importanza e l’autorevolezza delle pagine. Negli anni, con l’evoluzione del web, le tecniche sono state adattate. Per spiegarlo Google fa l’esempio forse più emblematico, il fenomeno della disinformazione che si è manifestato in tutta la sua gravità durante lo scoppio della pandemia da Covid-19: “Abbiamo sviluppato dei metodi per capire se è più probabile che un argomento contenga contenuti poco affidabili, come teorie del complotto o disinformazione in campo sanitario“. In casi come questo, il ranking viene indirizzato verso le fonti più autorevoli.
E nel momento in cui di contenuti di qualità su un determinato argomento ce ne fossero pochi, è il cosiddetto data void, Ricerca Google avvisa l’utente: “Quando gli argomenti si evolvono rapidamente o quando non possiamo stabilire con certezza la qualità dei risultati, avvertiamo gli utenti che è necessario esaminare più attentamente i risultati in questione“.
Google Ricerca ha costruito il suo vantaggio competitivo grazie alla capacità dei suoi algoritmi di fornire i risultati che gli utenti cercano, anche quando le query sono scritte in modo non perfetto. La sfida è di capire il senso della ricerca. Inizialmente Ricerca Google si basava sulla corrispondenza tra le parole inserite dall’utente e quelle dei contenuti. La svolta è avvenuta con il machine learning, quando i sistemi hanno imparato a interpretare meglio i sinonimi e il contesto. Google ringrazia anche i modelli linguistici di grandi dimensioni come BERT, sviluppato dal team della Ricerca Google. BERT ha aiutato a fare progressi nella comprensione delle query in linguaggio naturale, per dare risultati più rilevanti in tutte le lingue del mondo. Questi modelli possono apprendere concetti da una lingua e trasferirli alle altre, il che facilita l’offerta di risultati migliori nelle molte lingue in cui la Ricerca è presente. Per il futuro Google punta sull’intelligenza artificiale generativa. Un altro obiettivo è la comprensione di immagini, video e le altre tipologie di contenuti che usiamo ogni giorno. Grazie all’applicazione delle innovazioni più recenti nell’elaborazione del linguaggio naturale, nel 2008 Google ha lanciato la ricerca vocale, nel 2015 i miglioramenti della visione artificiale hanno permesso di cercare quello che si vede con Lens, che oggi le persone usano per fare oltre 12 miliardi di ricerche visive al mese. L’anno scorso è arrivata la ricerca mista (da pochi mesi anche in Italia), che ha consentito di aggiungere del testo alle ricerche visive.
Il mondo digitale è molto complesso e presenta anche molte sfide, come lo spam. Google ha inserito nella sua Ricerca dei sistemi anti-spam simili a quelli usati per le email: “Senza le nostre protezioni avanzate, i risultati di ricerca sarebbero pieni di informazioni totalmente irrilevanti, tentativi di phishing e link a malware“. Questo è uno dei campi in cui l’intelligenza artificiale può essere utile. Il suo impiego ha aiutato “a mantenere i risultati di ricerca per oltre il 99% liberi dallo spam“. Per quanto riguarda un’altra novità, Google ha rilasciato una nuova beta di Android 14, la 5.3, per i Pixel supportati e per alcuni altri smartphone di diversi produttori. Si tratta dell’ultima beta prima del lancio della versione finale di Android 14, che dovrebbe essere imminente
La beta 5.3 di Android 14, con numero di build UPB5.230623.009, contiene ancora le patch di sicurezza Android di agosto 2023, nonostante siano già state rilasciate quelle di settembre. Alcuni produttori, come Samsung, hanno già aggiornato alcuni dei loro dispositivi Galaxy con le patch più recenti. Le patch di settembre risolvono 20 vulnerabilità di livello elevato e critico. Secondo la nota di rilascio ufficiale, Android 14 Beta 5.3 risolve alcuni bug che affliggevano la beta precedente, tra cui: un bug che faceva crashare le app che usavano le notifiche “CallStyle”; alcuni bug che provocavano problemi di connessione o chiamata con alcuni operatori; un bug che faceva usare agli smartphone una modalità inefficiente quando limitavano la CPU delle app in background.
Infine, Android Auto. Quest’ultima è l’app di Google che consente di usare lo smartphone Android sulla propria auto, tramite lo schermo dell’auto o la voce. Android Auto offre funzioni come mappe, navigazione, musica, messaggi, chiamate e assistente vocale. Tuttavia, dopo l’ultimo aggiornamento di Android Auto, molti utenti hanno riscontrato un problema tecnico che ha influenzato la qualità audio dell’app. Il bug si manifesta dopo aver usato l’Assistente Google, le telefonate o altre funzionalità di Android Auto. Gli utenti hanno segnalato sui forum Reddit e Google che, quando ascoltano musica in streaming dopo aver usato queste funzionalità, notano una diminuzione della qualità del suono. La musica suona come se fosse “ammortizzata” e quasi statica, secondo una delle testimonianze. Anche il suono delle notifiche risulta alterato.
Il problema non sembra essere molto diffuso, ma alcuni utenti hanno trovato una soluzione temporanea: riavviare Android Auto. In questo modo, la qualità audio torna normale, finché non si usa di nuovo l’Assistente o si riceve una chiamata. Il problema è stato segnalato per la prima volta il 20 agosto 2023. Da allora, il numero di utenti colpiti è aumentato, soprattutto negli ultimi giorni, quando si è registrato un picco di reclami sul caso. Google non ha ancora risolto il bug, probabilmente perché riguarda soprattutto le unità generiche che usano quello che Google definisce “un prodotto piratato“. Ricordiamo che Android Auto ha ricevuto un aggiornamento a metà luglio 2023, con un nuovo design per l’Assistente.