FaceApp è un incubo per la privacy degli utenti

Alcuni utenti su Twitter palesano preoccupazioni sul possibile rischio per la privacy dell'applicazione FaceApp. Ecco cosa succede quando si autorizza al download.

FaceApp è un incubo per la privacy degli utenti

FaceApp è l’ultima moda dilagata sui social e sfrutta una semplice applicazione di fotoritocco. Consente, infatti, dopo aver scattato una foto, di modificare l’età, rendendo il volto più anziano o più giovane, e di applicarvi altre modifiche. L’applicazione, disponibile su smartphone Android e iOS, utilizza l’intelligenza artificiale per rendere i fotoritocchi reali. 

L’applicazione è gratuita da utilizzare, anche se alcune funzioni sono comunque a pagamento e c’è una costa che costa molto, più di tutto: si parla di informazioni personali, privacy e sicurezza. FaceApp è stata sviluppata da un’azienda russa e, nonostante non ci siano prove concrete, alcuni iniziano a pensare che gli sviluppatori possano lavorare a fianco del governo russo per raccogliere informazioni.

FaceApp: a rischio la privacy?

La preoccupazione nasce dal fatto che, nel 2020, si terranno le elezioni negli Stati Uniti d’America. Prima di installare l’applicazione è richiesta l’autorizzazione per accedere a foto personali, inviare notifiche ed attivare la fotocamera, e altri permessi che spesso la stragrande maggioranza degli utenti tende ad ignorare. 

Nel momento in cui ci si iscrive a FaceApp si dice addio alla propria privacy: su Twitter, infatti, un utente spiega che accettare i termini di servizio consente la piena libertà ad utilizzare i contenuti generati con l’applicazione. Poiché nei termini di servizio ci sono parole come “commerciale” e “sublicenza”, si indica che in qualche modo le informazioni potrebbero essere utilizzate per scopi commerciali.

Anche su Twitter e Facebook ci sono condizioni simili, tuttavia il termine commerciale non compare: dunque si può stare un po’ più tranquilli. Alcuni utenti hanno scoperto che è possibile caricare le singole foto da modificare senza dare il permesso di accesso all’intero rullino fotografico del proprio smartphone. Se si concede l’autorizzazione, invece, si dà la libertà di accesso anche agli screenshot personali. Al momento, FaceApp invia i dati ad un servizio di Google, chiamato DoubleClick.

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