Coronavirus: funzionalità, privacy e utilizzo della nuova app Immuni

È in arrivo la nuova app Immuni, scaricabile gratuitamente sul nostro device, che farà parte della nostra vita quotidiana in modo assolutamente sicuro e con tutela della privacy.

Coronavirus: funzionalità, privacy e utilizzo della nuova app Immuni

È in arrivo la nuova app Immuni per il tracciamento dei contatti. L’app, sviluppata dalla società Bending Spoons e da cinque informatici, sarà assolutamente sicura dal punto di vista tecnologico e sarà totalmente gratuita.

L’app sarà distribuita con un codice open source (codice sorgente rilasciato con una licenza che lo rende modificabile o migliorabile da parte di chiunque): l’app quindi potrà essere controllata e modificata dal ministero dell’Innovazione. Inoltre il commissario straordinario all’emergenza, Domenico Arcuri, assicura che ci sarà la tutela della privacy e la sicurezza non verrà violata. L’app avrà la sua conclusione, insieme a tutti i dati raccolti, quando finirà l’emergenza Covid.

Per utilizzare l’app esisteranno due metodi utilizzati, con un approccio centralizzato ed uno decentralizzato. L’approccio centralizzato significa che ci sarà un unico codice utente identificativo presente su un server centrale: mentre utilizziamo il nostro device tramite Bluetooth ci sarà uno scambio di messaggi tra un device e l’altro, e se un’altra persona con l’app attiva è vicina a noi ci sarà uno scambio di messaggi. Il server traccerà quindi il contagiato tramite l’utente identificato mandandolo all’unità centrale, e quindi si potrà venire a conoscenza di tutte le interazioni delle persone contagiate e di quelle che sono entrate in contatto con loro (se utilizzano la app).

Quando la app viene a conoscenza di un paziente infetto scaricherà una traccia di tutte le persone che sono venute a contatto con il paziente contagiato, tramite messaggi, inviandoli al server: a quel punto il server manderà un messaggio con un profilo di rischio sull’app. Facendo questa operazione si inviano al server tutti i messaggi casuali ricevuti dagli utenti che il soggetto critico ha incontrato nei giorni precedenti.

Il metodo decentralizzato invece non assegna alcun codice utente identificativo: mentre ci si scambia messaggi da un device all’altro, essi resteranno sul telefono anziché finire all’unità centrale. Solo se viene superata una certa soglia, la app segnala all’utente il fatto di essere stato a contatto con una persona che ha contratto il coronavirus. La differenza cruciale con il modello centralizzato è quindi la segnalazione al server solo dei propri messaggi inviati (e non anche di tutti i ricevuti) e il luogo dove avviene l’incrocio (nello smartphone e non nel server centrale).

Per quanto riguarda la privacy, nell’approccio centralizzato i dati saranno gestiti più in maniera visibile se riuscisse ad esserci una violazione del copyright, mentre nell’approccio decentralizzato no. Bending Spoons avrebbe virato verso un approccio decentralizzato, quindi più sicuro sotto il profilo della privacy e della protezione dei dati. Non sarà obbligatorio scaricare l’app, anche se si raccomanda che sia almeno il 60%della popolazione a scaricarla perché la app abbia un impatto reale sulla possibilità di tracciare i contatti dei nuovi casi.

Continua a leggere su Fidelity News