Non è un mistero che Google si stia lanciando nel commercio a 360 gradi: il suo comparatore di prezzi, Google Shopping, è sempre più evoluto e, tra i tanti oggetti proposti e confrontati, permette sempre meglio di trovare e comprare direttamente quello che si cerca.
Parimenti Mountain View sta procedendo anche nella creazione di un sistema di pagamento proprio che sia un più degno erede del mai davvero decollato Google Wallet. Il progetto c’è e si chiama Android Pay (https://bit.ly/1l08LHq) che, in questi mesi, si sta affermando – pian piano – negli Stati Uniti.
Qui vi è stata prima la resistenza degli esercenti i quali non volevano dotarsi di nuovi POS e sostenere, in tal modo, nuove spese: il momento non era opportuno. A questo si aggiunga, poi, che gli operatori telefonici locali più diffusi, Verizon e AT&T, avevano messo in campo un loro sistema di pagamento contactless (senza lo sfioramento delle carte di credito), “SoftCard”.
Google non si è fatta scoraggiare: ha atteso il momento giusto e ha colpito. Nel momento in cui tutti i grandi protagonisti del settore stavano sperimentando soluzioni di pagamento simili (Apple era sceso in campo con Apple Pay), Google ha comprato la Softcard remunerando profumatamente gli operatori telefonici e ne ha incluso la tecnologia nel proprio sistema Android Pay.
Come detto, il sistema in questione, viene ora testato negli Stati Uniti e presto verrà esteso al resto del mondo. Per avvalersene, nei pagamenti, occorre un dispositivo mobile, smartphone preferibilmente, che sia implementato almeno da Android 4.4 KitKat e che abbia il supporto di un chip NFC (near feald communitation) per la trasmissione di dati a breve distanza: una volta che questi requisiti siano stati esauditi, basterà scaricare – dal PlayStore – l’apposita applicazione e, nel proprio account (nelle voci di pagamento), precisare la propria carta di credito.
Essendo il servizio per ora attivo solo oltreoceano, ad esser state coinvolte nel progetto Android Pay sono le quattro maggiori società operanti nel credito locale (American Express, MasterCard, Discover e Visa) ma altre società ed altri sistemi di pagamento (es. Paypal?) potrebbero essere abilitati allorché questo sistema dovesse sbarcare anche nel Vecchio Continente.