AVG Free 2016: gratuito sì, ma senza rispetto per la nostra privacy

AVG comunica, nelle policy d'uso della sua suite di protezione gratuita, che AVG Free 2016 si ripagherà della sua gratuità cedendo alcune nostre informazioni non identificative a terzi. Come reagirà la rete ed i fan dell'antivirus in questione?

AVG Free 2016: gratuito sì, ma senza rispetto per la nostra privacy

AVG è una nota società tedesca di antivirus fondata nel 1991 da Jan Gritzbach e Tomas Hofe: come tutte le società del settore, anche AVG propone sia una soluzione a pagamento delle proprie suite di sicurezza, sia una soluzione gratuita. 

Quella gratuita, però, potrebbe avere i giorni contati, o quasi. In questi giorni, infatti, sarebbe cambiata la policy di utilizzo di AVG antivirus Free 2016 in modo da consentire alla società che la sviluppa di utilizzare alcuni dati, non identificativi, dei suoi utenti in modo da guadagnare qualcosa e da poter mantenere, appunto, gratuita la versione in oggetto. 

AVG, nello specifico, afferma che non venderà dati quali nome e cognome, né la mail, o le carte di pagamento utilizzate (e ci mancherebbe) e che, per quanto riguarda i dati che – invece – raccoglierà – questi ultimi saranno anonimizzati e custoditi in modo da non schedare i propri utenti.  

Quello che potremmo ora chiederci è quali siano i dati che AVG vuole raccogliere da coloro che installano la versione gratuita dei suoi antivirus. Semplice: si parla innanzitutto dell’identificativo pubblicitario che viene associato alla propria macchina informatica (in modo da personalizzare i banner), ma si citano anche altri dati quali la cronologia e le ricerche del browser, il sistema operativo montato, il provider cui si fa ricorso ed il proprio operatore di connettività mobile.  

Finito? No. Sempre nella medesima policy si fa cenno anche all’eventualità che si raccolgano dati sulle applicazioni installate ed abitualmente utilizzate dall’utente sul suo sistema.  

Naturalmente, AVG precisa comunque che i dati raccolti non verranno profilati in modo da non essere associati ad un utente particolare ed alle sue abitudini qualificanti: i dati che, invero, verranno raccolti saranno dati di “abitudine” che, di per sé, non sono identificativi come un codice fiscale o un Iban bancario. 

Tant’è: AVG Free era gratuito, davvero gratuito ed ora AVG dichiara di non riuscire più a sostenere questo modello di business. Dovrà, in qualche modo, mettere a frutto anche le soluzioni di sicurezza free.  

E noi? Nell’eventualità che avessimo intenzione di installare AVG Free 2016 (o che lo avessimo già fatto), cosa possiamo fare? De duobus unum, dicevano gli antichi romani. O disinstalliamo il software in questione, passando ad altri, oppure paghiamo subito e ci “gustiamo” la versione premium di AVG 2016 senza dover renderne conto a nessuno. A voi la scelta…

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