Attenzione: noti programmi per la posta elettronica vendono i dati personali

Di recente, un'inchiesta condotta dalla rivista digitale Motherboard avrebbe appurato come dei celebri servizi e programmi per la gestione della posta elettronica, scansionata quest'ultima, venderebbero i dati personali desunti, all'insaputa degli utenti.

Attenzione: noti programmi per la posta elettronica vendono i dati personali

Come già dimostrato da Facebook, non esiste un prodotto davvero gratuito in quanto, se all’utente non viene richiesto del danaro per il suo uso, saranno i suoi preziosi dati la merce di scambio che si finirà per corrispondere. Ciò è emerso anche a proposito di alcuni celebri programmi di posta elettronica, scaricabili gratuitamente dal Mac App Store e dall’App Store di iOS.

Secondo un report pubblicato da Motherboard, il client email Edison, il popolare programma per la gestione delle mail, posizionato al 58° posto nella classifica delle più importanti app di produttività dello store di iOS, ove viene valutato quasi col massimo dei voti (4.6/5), tenderebbe a scansionare la posta, con la promessa di fornire indicazioni sul calo dei prezzi di un prodotto attenzionato, o per tracciare i pacchi, In realtà, come appurato da una documentazione targata JP Morgan, la scansione della posta avverrebbe per desumere, tra le altre cose, le preferenze d’acquisto e la fedeltà al marchio da parte degli utenti, all’insegna di informazioni sensibili poi vendute a terzi.

Messa alle strette, la società sviluppatrice ha ammesso la pratica trincerandosi dietro il fatto che ciò consente all’app di mantenersi gratuita e senza annunci pubblicitari, con la precisazione che la scansione della posta avverrebbe sulle mail relative all’e-commerce, posto che l’intelligenza artificiale del programma riconoscerebbe e scarterebbe le mail di lavoro e personali. In più, viene spiegato, agli utenti – invero all’oscuro della pratica – verrebbe offerta la possibilità di disattivare l’autorizzazione alla raccolta dei dati, intervenendo nelle impostazioni dell’account, all’interno della sezione “Manage Privacy“.

Simile è il caso dell’app “Slice by Rakuten“, che scansiona la posta sempre per tracciare i pacchi, ma anche per raggruppare le fatture scovate e offrire la differenza nel caso il prodotto appena comprato sia risultato disponibile a meno: ufficialmente, l’app non venderebbe dati personali, ma la redazione di Motherboard ha avuto accesso a documentazioni in cui emergono transazioni sino a 100 mila dollari pur di poter accedere a una particolare fattispecie di dati raccolti. 

“Cleanfox“, infine, giustificherebbe la scansione della posta elettronica col proposito di offrire un sistema per cancellare lo spam e disiscriversi facilmente dalle newsletter cui si è abbonati: il problema, però, è che quanto maturato da tale analisi verrebbe anche venduto, seppur debitamente anonimizzato, a società di terze parti, tra cui figurano anche PayPal, e VTC Bolt, che di questi dati si sarebbe avvalsa per studiare la quota di mercato dei competitor.

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