Ormai, alle spalle di Whatsapp, anche Messenger sta crescendo, in funzioni, popolarità e…appetibilità. Di recente, abbiamo visto che gli inserzionisti potranno usare proprio tale app per inviare i loro spot agli utenti/fan e, a quanto pare, non sono solo le aziende ad aver messo nel mirino la chat-app di Facebook. La Polizia di Stato, infatti, segnala una nuova emergenza virale che metterebbe in pericolo gli utenti del celebre Messenger.
La segnalazione, questa volta, non proviene dal profilo social della Polizia Postale, “Una vita da social”, ma dall’Agente Lisa, il bot ufficiale che la Polizia di Stato usa per gestire le comunicazioni con i cittadini italiani. Nell’ultimo post di “Lisa”, viene narrata la circostanza che ha coinvolto alcuni utenti di Messenger: in pratica, una donna si è vista recapitare, sul’app in questione, una sfilza di messaggi da parte di una conoscente che non sentiva da molto tempo.
I messaggi avevano tutti un tono piuttosto confidenziale – es.”ciao bellaaaaaa”, “ci sei”, e, infine, “che fai non mi rispondi?!”- ed invitavano decisamente ad una risposta. Per fortuna, proprio il tono di cotali comunicazioni ha inspettito l’utente destinataria che, con prudenza, ha deciso di vederci più chiaro: con un post sulla TimeLine della sua conoscente, ha chiesto informazioni ed è venuta a sapere, da amicizie comuni, che simili messaggi stanno girando da tempo e che non bisognava rispondervi, pena la compromissione del proprio account che, da quel momento, avrebbe finito per spammare tutti i propri contatti. Grazie a questa spiegazione, la presunta (ma inconsapevole) autrice dei tentativi di abboccamento accennati ha capito che qualcosa non andava nel suo account social ed ha messo in atto una serie di contromisure: nello specifico, ha disinstallato e reinstallato Messenger, ed ha provveduto a cambiare la sua password Facebook.
A commento di quanto accaduto, la Polizia di Stato fa sapere che la campagna virale in questione è la prosecuzione, con forme mutate, di quella che ha tormentato gli utenti di Messenger nella scorsa estate: in quel caso, per indurre il click, si proponeva un fantomatico video nel quale si sarebbe stati presenti. La curiosità, in quel frangente, induceva a cliccare sul link e, al posto di visionare l’elemento multimediale, si comprometteva account social e PC in toto. In questo caso, si usa l’elemento confidenziale, manca il link e, quindi, il codice malevolo entrerebbe in azione non appena si dovesse rispondere al messaggio.
Per queste ragioni, “Lisa” consiglia di installare una buona soluzione antivirale, anche gratuita, e di cambiare spesso la password di Facebook inserendovi, magari, anche numeri e caratteri speciali (es. punto esclamativo, interrogativo, underscore, chiocciolina etc). Quando, poi, si dovessero ricevere messaggi dubbi, come quelli oggetti della presente campagna virale, è sempre bene postare una richiesta di chiarimento sul profilo del contatto dal quale sembra provenire il messaggio: ci si toglierà ogni dubbio e, nel contempo, lo si aiuterà a tutelarsi nel caso sia stata effettivamente compromessa la sua sicurezza digitale.