Apple rimuove WhatsApp, Threads, Telegram e Signal dall’App Store cinese

Apple ha rimosso WhatsApp, Threads, Telegram e Signal dall'App Store cinese, evidenziando il crescente controllo del governo sulla disponibilità di servizi stranieri e sollevando preoccupazioni riguardo alla libertà digitale nel Paese.

Apple rimuove WhatsApp, Threads, Telegram e Signal dall’App Store cinese

Apple ha recentemente rimosso le app WhatsApp, Threads, Telegram e Signal dall’App Store cinese, confermando così il crescente controllo del governo cinese sui servizi stranieri che non rispettano le sue normative.

La mossa è stata annunciata venerdì scorso e riflette la sempre più ampia repressione della Cina nei confronti dei servizi stranieri che non si allineano alle sue regole. Secondo quanto dichiarato dall’Amministrazione cinese del cyberspazio, la rimozione di queste app è stata giustificata come necessaria per “preservare la sicurezza nazionale“. Tuttavia, questa decisione solleva domande sul vero motivo dietro questa mossa e sulle implicazioni più ampie per il controllo digitale all’interno del Paese.

È importante notare che, nonostante la disponibilità di queste app sull’App Store cinese, esse non sono ampiamente utilizzate dai cittadini cinesi. La Cina ha piattaforme di messaggistica locali ben consolidate, come WeChat, che godono di una popolarità diffusa e che spesso sostituiscono le alternative occidentali. Inoltre, anche se disponibili, app come WhatsApp e Telegram possono essere utilizzate in Cina solo tramite l’uso di VPN, poiché il “grande firewall” del Paese limita l’accesso a tali servizi al di fuori delle sue frontiere digitali.

In risposta alla decisione, Apple ha semplicemente confermato di aver seguito le linee guida del governo cinese. Tuttavia, non è chiaro se questa mossa sia stata una decisione autonoma di Apple o se sia stata imposta dalle autorità cinesi.

Il mancato rispetto di una nuova regola annunciata dalla Cina alla fine dello scorso anno potrebbe essere un motivo chiave dietro questa mossa. Secondo tale regola, le app che operano in Cina devono essere registrate e condividere dati con il governo, un requisito che potrebbe non essere stato soddisfatto da queste app estere. Al momento, Meta, l’azienda madre di WhatsApp, e i rappresentanti di Telegram e Signal non hanno commentato la questione.

Tuttavia, gli analisti ritengono che questo divieto sia un segnale delle crescenti tensioni tra le aziende tecnologiche occidentali e le autorità cinesi, oltre a sollevare interrogativi sul futuro della libertà digitale all’interno del Paese.

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