Il singolo “Ho hey” è rimanto per lungo tempo non solo nelle classifiche ma anche nella mente dei fan dei The Lumineers, trio musicale di origine amaericana nato nel 2005 dall’incontro tra il chitarrista e cantante Wesley Schultz (1983) ed il batterista Jeremiah Fraites (1984); a completare in seguito la formazione, il tocco femminile di Neyla Pekarek.
Ora la band ha recentemente annunciato l’uscita del prossimo album intitolato “Cleopatra” che sarà distribuito nei migliori negozi di dischi a partire dal prossimo 8 Aprile; inoltre, i tre musicisti hanno lanciato il primo singolo estratto dal loro nuovo lavoro – “Ophelia” – su tutte le radio da venerdì 19 febbraio.
Wesley Schultz ha così descitto “Ophelia”: “é un vago riferimento a coloro che si innamorano della fama, non rendendosi conto che si tratta solo di un momento fugace se paragonato all’intera vita”.
Il nuovo lavoro arriva dopo quattro anni rispetto all’uscita dell’album d’esordio del 2012 intitolato “The Lumineers”, che – appunto – contiene tra le diverse tracce il singolo multiplatino “Ho Hey”, ricco di sonorità folk che ha stregato molti fan rimanendo nella Top 10 della Hot 100 per 14 settimane, e il brano “Stubborn Love”, inserito recentemente nella famosa playlist di Spotify da Barack Obama.
Durante questo lasso di tempo il trio musicale non è rimasto con le mani in mano, anzi ha portato la sua musica dalle atmosfere folk e indie-country su diversi palchi in tutto il mondo grazie ai numerosi tour, aggiudicandosi due nomination ai Grammy come Miglior Nuovo Artista e Miglior Album.
Inoltre, la band ha realizzato due brani per la colonna sonora della saga cinematografica “Hunger Games” (da ricordare “The Hanging Tree”). Tutto questo continuando a distribuire il proprio album raggiungendo oltre 3 milioni di copie vendute.
Con il nuovo album “Cleopatra”, i The Lumineers vogliono dimostrare al mondo di non dare tutto per scontato e di non sedersi sugli allori; quindi, grazie all’aiuto del produttore Simone Felice, si sono rifugiati al Clubhouse, uno splendido studio di registrazione nei pressi dalla storica Woodstock, ponendosi l’obiettivo di dare un senso musicale ed artistico ai tre anni passati, vissuti troppo freneticamente.
Il gruppo – nel suo nuovo lavoro – sfrutta la propria abilità nell’usare accordi e passaggi musicali piuttosto semplici ed orecchiabili che costruiscono sonorità piacevoli che restano nella memoria dell’ascoltatore.
“Per questo disco abbiamo mantenuto lo stesso approccio del primo, registrando demo in una piccola casa che abbiamo affittato vicino a Denver, dove ci siamo trasferiti”, spiega Wesley che, oltre ad aver scritto i nuovi testi delle canzoni, ha realizzato le musiche insieme a Jeremiah, usando una moltitudine di strumenti tra cui la chitarra, il pianoforte e i tamburi tribali, ‘marchio di fabbrica’ della band.