"The Last Hero": un altro capolavoro degli Alter Bridge

Gli Alter Bridge dimostrano ancora una volta di essere un gruppo affiatato e musicalmente maturato nel loro quinto album in studio: "The Last Hero"; con un sound a tratti più dark, ma capace di regalare ballate e hit caratteristiche della band.

"The Last Hero": un altro capolavoro degli Alter Bridge

Gli Alter Bridge non sbagliano un colpo. Dagli albori mai un solo passo falso. “The Last Hero” è senza ombra di dubbio un album diverso, che prende vita dalla maturazione definitiva della band raggiunta con “Fortress”; senza dimenticare i progetti paralleli che vedono costantemente impegnati Myles Kennedy e Mark Tremonti.

Quest’ultimo sicuramente si è dato molto più da fare negli ultimi mesi con i suoi lavori da solista, sfornando due album rispettivamente nelle primavere 2015-16. “Cauterize” faceva storcere un pò il naso sotto alcuni aspetti, ma niente di così rilevante. “Dust” invece dovrebbe essere considerato un capolavoro. Tremonti migliora nella voce e nei riff, più ispirati che mai. Tuttavia la sua voce trova poco spazio nell’ultimo lavoro degli Alter Bridge. Dunque toglietevi dalla testa l’idea di poter ascoltare in duetto i due leader della band, come era avvenuto nell’orientaleggiante e psichedelica “Water Rising” di tre anni fa. 

L’album parte alla grande con il singolo “Show Me A Leader”. L’ intro accelera in una progressione interessantissima retta da un riff capace di rimanere impresso fin dal primo ascolto . Il brano prosegue con delle strofe degne di essere accompagnate da un pubblico caloroso durante i concerti, e con un ritornello trascinante che sa decisamente di nuovo in casa Alter Bridge. L’assolo di Tremonti è poesia pura. Da manuale. “The Writing On The Wall” è un altro brano molto valido con un ritornello ben costruito e piacevole. Con “The Otherside” assistiamo ad una caduta di stile. Purtroppo è un brano che risulta più lungo di quanto dovrebbe e fallisce nell’intento di risultare memorabile come le tracce precedenti. Neanche il tempo di subire il colpo che veniamo subito trascinati dalle atmosfere tipicamente “alterbridgeriane” di “My Champion”, con strofe e ritornello che risaltano un messaggio di speranza e positività.

“Poison In Your Veins” è una cavalcata spumeggiante di liriche e ritornelli orecchiabili. “Cradle To The Grave” si dimentica difficilmente, creando un’atmosfera velamente più dark in questa emozionante ballata. Una delle migliori delle band, che chiude con un vorticoso intreccio di chitarra e voce. “Losing Patience” scorre tranquillamente con la giusta dose di carica, ma il suo principale difetto è di essere seguito subito dopo da una delle più belle canzoni dell’album che rischia di farlo passare in secondo piano.

Accompagnati da Brian Marshall e Scott Phillips, Myles e Mark dimostrano un’intesa ormai naturale in “This Side Of Fate”. Il magnifico arpeggio con chitarra acustica si affianca a a delle liriche e ritornelli intonate epicamente da Myles, che sfrutta a dovere le sue abilità canore. Poi il brano sfocia in stacchi progressive e assoli melodici al punto giusto che ricalcano fedelmente un lavoro già sperimentato in “Fortress”. “You Will Be Remembered” risulta particolarmente ispirata e spensierata, mentre “Crows on a Wire” e “Island of Fools” riscoprono il lato heavy della band dai tempi di “Metalingus”. “Twilight” è un brano di poco rilievo, che non riesce a lasciare il segno e che necessita di un ascolto in più per essere apprezzata adeguatamente. La title-track “The Last Hero” chiude l’album con i suoi epici sette minuti. Una canzone con uno stile molto ricercato, che con velocità crescente si impone con una raffica di riff e liriche distorte.

Continua a leggere su Fidelity News