Sono passati 45 anni dal primo singolo di successo dei The Clash

Gruppo rock punk famosissimo negli anni 70-80 trainato dai singoli London's burning, White Riot, Should I Stay or Should I go, and London Calling, L'8 aprile del 1977 debuttavano con il loro primo singolo.

Sono passati 45 anni dal primo singolo di successo dei The Clash

Compie oggi 45 anni la data di debutto del primo album dei The Clash, band punk rock del 70–80 che irrompeva nel panorama punk rock internazionale con i suoi ritmi fiammeggianti, capitanata da Joe Strummer la cui perdita è avvenuta nel 2002, Mick Jones, Paul Simonon e Nick “Topper” Headon. Celebriamo la loro storia, quelli del London Calling, della chitarra distrutta sul palco, delle performance underground.

I Clash sono noti anche con l’appellativo di The Only Band That Matters (l’unico gruppo che conti). Il loro primo concerto si tiene il 4 luglio del 1976 al Black Swan di Sheffield come spalla dei Sex Pistols. Sono 14 i pezzi contenuti nell’album La cover dilatata a 6 minuti di “Police and thieves” dell’artista reggae Junior Murvin, Si apre con l’incalzante “Janie Jones“,La rabbia di “White riot“.”I neri hanno un mucchio di problemi ma non esitano a tirare un mattone/i bianchi vanno a scuola, dove gli insegnano a rimbecillirsi” recita la furia di “White riot”

Nel 1977 Strummer e Jones pongono le basi per la realizzazione del primo disco del gruppo, componendo brani come What’s My Name, prima canzone del gruppo, 48 Hours e I’m So Bored with the U.S.A., quest’ultimo intitolato originariamente I’m So Bored with You. Il titolo ed il testo verranno modificati quando Strummer durante le prove in studio, cambiò la parola “You” in “USA”.

Di conseguenza anche il testo venne rivoluzionato, divenendo un attacco diretto al tentativo di “americanizzazione culturale” dell’Inghilterra. nella versione USA il brano I’m So Bored With The U.S.A. fu censurato. L’album, dal suono ruvido e dai testi rabbiosi e politicizzati, è rimasto tra i “classici” del punk rock.

Erano la rivolta bianca nella Londra in fiamme, una pietra miliare del punk, nei loro album c’era un mix di reggae, di musica bianca, di ritmo graffiante, non più “peace and love”, che era il sogno hippy anni 60, ma “odio e guerra” che era la realtà dei giovani di quegli anni. La loro era una contaminazione tra generi.

Continua a leggere su Fidelity News