È un addio sereno quello che Sheril Crow ha annunciato. Niente porte sbattute a dispetto di nessuno. Tanto meno di un pubblico che, nel lontano 1993, ne decretò il successo con l’album Tuesday Night Music Club – che raggiunse dopo qualche tempo l’ambito terzo posto di Billboard.Il fatto è, ha spiegato la cantautrice, che i tempi sono cambiati. È del tutto inutile nascondere che la tecnologia ha mutato il modo di ascoltare.
Le generazioni del terzo millennio non possono conoscere il valore di un concept album. Non è una critica, ma un semplice dato di fatto. Programmare come si faceva anni prima, un intero Cd con un fil rouge che colleghi le varie composizioni/riflessioni dell’artista di turno, pare oggi modus operandi datato e senza senso.
La musica sul web
L’offerta che la rete offre ogni giorno, sia del materiale già edito che quello in uscita e scintillante ancora nella sua novità, secondo il punto di vista de Sheril rende impraticabile la proposta di un Cd compatto nel tema unico.L’ascoltatore è come un pescatore. Prende un brano di un artista e lo associa a quello di un altro.
E così via: si fa da se la compilation. E se ne torna a casa con un bottino musicale tagliato su misura. Insomma, è un ascoltatore in bilico tra le attività di pescatore e di sarto. La Crow farà uscire Threads, ultimo lavoro, il 30 agosto 2019. Tuttavia il suo addio non prevede un cambio di rotta totale e tranchant.
La polistrumentista statunitense continuerà a frequentare il mondo della musica pop come autrice e collaboratrice delle nuove leve che, pur in un momento di grande transizione tecnica dovuta al web, hanno sempre la spinta a pubblicare. Infine, la cantautrice sa che l’evoluzione naturale e inevitabile in atto è solo la nuova strada che aprirà a un universo sonoro e sociale ancora non definitivo. Forse sconosciuto, ma è il futuro e volenti o nolenti, bisognerà dargli una mano a crescere.