Se un prodotto ve lo sponsorizzassero contemporaneamente Nicki Minaj, Beyoncé, Jack White, Kanye West, i Daft Punk, gli Arcade Fire, Rihanna, Usher, Calvin Harris, Chris Martin (Coldplay), Deadmau5, Madonna e Alicia Keys, con la supervisione del padre-padrone della musica americana Jay Z, quante probabilità ci sono che questo prodotto sia un flop? Zero, penserete voi. Eppure Jay Z questa volta si è superato: ha offerto un prodotto ai consumatori che nessuno si sarebbe filato di striscio e, se questo era il suo intento, ci è riuscito alla grande! Parliamo di Tidal, un’avventura finita ancor prima di nascere.
Ma andiamo con ordine. Il 30 marzo, nemmeno un mese fa, Jay Z si presenta al mondo con un progetto nuovo di zecca per ascoltare la musica in streaming. Tidal, appunto. Un marchio svedese comprato da Jay Z per la modica cifra di 56 milioni di dollari, e che ha reso ZERO. L’idea di base era questa: perché non offrire al pubblico un formato in altissima definizione (FLAC) con cui poter ascoltare la musica in streaming? Gratis? Ovvio che no. Fare concorrenza a Spotify e Youtube con un’idea del genere è davvero da matti. Eppure Jay Z ci ha creduto, ed ha perso prima di cominciare.
Nel dettaglio, l’offerta Tidal prevedeva due abbonamenti: uno ‘standard’ (a 9.90$) e uno ‘premium’ (a 19.90$); al FLAC si poteva accedere solo col secondo. Primo errore. La musica, poi, oggi è ascoltata su piattaforme non pensate esclusivamente per essa, in cui quindi non si nota un granché di differenza tra un FLAC e un MP4: secondo errore. Terzo errore, il più madornale a nostro giudizio, è credere che al mondo interessi qualcosa se un gruppo di multimilionari non fa soldi con Youtube e Spotify, i big money tanto agognati dalle star. Motivo per il quale, secondo Jay Z & Co. – che lo ha dichiarato in fase di presentazione! -, glieli avremmo dovuti regalare noi. Certo, come no!