“Notti Magiche”, Edoardo Bennato svela un retroscena dell’inno di Italia ‘90

Oltre alla grande delusione per un mondiale che sembrava alla portata degli Azzurri, Italia ’90 è ricordata per “Notti Magiche”, inno del torneo, di cui Edoardo Bennato ha svelato solo oggi un retroscena.

“Notti Magiche”, Edoardo Bennato svela un retroscena dell’inno di Italia ‘90

Esattamente 30 anni fa iniziava Italia ’90, il campionato del mondo di calcio che gli Azzurri chiusero conquistando un deludente terzo posto. Di quel torneo casalingo che in molti credevano invece di poter vincere, oltre agli occhi spiritati di Totò Schillaci, bomber semi-sconosciuto che prese in mano le redini della Nazionale italiana, i tifosi ricordano anche il tormentone di “Notti Magiche“, inno della manifestazione cantato da Gianna Nannini e Edoardo Bennato.

Accompagnando ogni partita, la canzone con il tempo è diventata l’emblema di un’Italia euforica, benestante e carica di ottimismo. Conosciuta anche come “Un’estate italiana“, oltre a rimanere indissolubilmente legata ai mondiali vinti per l’ultima volta dalla Germania Ovest, di fatto rimane anche l’ultimo 45 giri della storia della musica italiana a riscuotere un gran successo commerciale.

Eppure, stando a quanto rivelato solo oggi da Edoardo Bennato, quella canzone ha seriamente rischiato di non vedere la luce. Il 73enne cantautore di origini campane, ha infatti confessato che quando il suo amico Franco De Lucia gli disse che Caterina Caselli e Gianna Nannini si aspettavano che lui scrivesse il testo della canzone che sarebbe diventata l’inno dei mondiali, lui rimase di sasso. A quel punto, di fronte a quella proposta, gli rispose con un emblematico “Ma sei pazzo?!”.

Lui che da autentico self-made man scriveva e cantava senza manager e produttori, arrivò a convincersi che quella canzone “non l’avrebbero perdonata, ma Caterina Caselli e Gianna Nannini mi convinsero”. E in effetti il successo non tardò ad arrivare, tanto che al Festival Blues di Pistoia del 1990 ebbe modo di esibirsi in un duetto con un mostro sacro come il chitarrista B.B. King.

A dargli quella possibilità fu proprio “Notti Magiche”, vero e proprio lasciapassare che inizialmente non voleva scrivere, ma che si tramutò nella chiave che convinse il re del Blues a volerlo al suo fianco per eseguire dal vivo Signor Censore. E alla fine di quella storica esibizione, il cantante scomparso cinque anni fa gli disse “You can play the blues”, in altre parole che aveva la stoffa per poter suonare il blues.

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