Nel bel mezzo di una delle più profonde crisi del sistema capitalistico che il nostro piccolo pianeta abbia mai sperimentato, dalla Nuova Zelanda arriva una sedicenne di nome Lorde, che con una canzone scarna e semplice di nome “Royals” e una voce splendida e calda da cantante scafata ci canta che ha scoperto il trucco. Il trucco del gioco al quale gioca anche lei. E della sua generazione forse non è nemmeno l’unica che c’è arrivata. La bugia di una vita ricca e impossibile bella e avventurosa come nelle favole e nei video delle canzoni non attacca più. Puoi anche raccontarle di diamanti e jet privati e rolex e droghe nei bagni e camere d’albergo distrutte, ma lei si è rotta i coglioni di queste cose, di sentirsi rappresentata così di merda. Le girano perché non vive così e vivere per i soldi è irreale solo pensarlo. Lo sa che non ha il sangue blu, che non è di famiglia nobile, che lei come tutti i suoi amici non sono “Royals” e non lo diventeranno mai. Loro come la maggioranza schiacciante della sua generazione e della nostra, e di ogni generazione passata e futura. Come il 99,99% degli esseri umani, tipo. Che poi chissà che cosa vuol dire essere nobili, se non che sei parente di un qualche vecchio stronzo che per chissà quale motivo, merito o crimine ha avuto drammaticamente più cose e soldi e potere degli altri, magari solo per essere a sua volta figlio di e per il fatto che si sia scritto da qualche parte che… Mica è gente speciale, i nobili. Sono solo persone che hanno scopato tra loro, e neanche tanto, essendo lo 0,01%, tipo. Figuratevi che intelligenti che son venuti i figli…
Lorde: non illudiamoci, noi non saremo mai “Royals”
La Lorde di "Royals" viene dalla Nuova Zelanda e ha solo 16 anni, ma canta come se ne avesse il doppio. E spacca.