L’ex neonato della cover di Nevermind fa causa ai Nirvana: "È pedopornografia"

Spencer Elden, che fu il neonato ritratto nella celebre cover dell'album "Nevermind" dei Nirvana, ha deciso di fare causa alla band. L'uomo sostiene che la foto è pedopornografia e sfruttamento sessuale di minore e chiede 150mila dollari di danni.

L’ex neonato della cover di Nevermind fa causa ai Nirvana: "È pedopornografia"

Spencer Elden fu protagonista di una delle cover più iconiche della storia della musica moderna senza neppure esserne consapevole. Quando aveva solo 4 mesi fu infatti ritratto nella celebre cover di “Nevermind”, capolavoro dei Nirvana uscito nel 1991, in una copertina che è tra le più celebri della storia.

La cover del disco ritrae un neonato che nuota nudo sottacqua verso una banconota trainata da una lenza, e nel corso degli anni Elden, che ha oggi 30 anni, ha parlato spesso con orgoglio della sua presenza nella copertina in molte interviste, arrivando persino a ricreare la celebre immagine per un servizio fotografico del 2016.

L’uomo sembra però aver cambiato idea sulla sua partecipazione all’album, decidendo ora di fare causa ai Nirvana, nella fattispece i membri ancora in vita  Krist Novoselic e Dave Grohl e gli eredi di Kurt Cobain, morto suicida nel 1994. Nelle carte depositate alla corte di Los Angeles, Spencer sostiene che la foto rappresenta uno “sfruttamento sessuale di minore”, arrivando a definirla “pedopornografia”.

L’uomo sostiene che la band ed i loro manager non abbiano fatto abbastanza per proteggerlo, e che la sua foto da neonato nudo diventata famosa in tutto il mondo gli ha provocato danni a vita. Inoltre, dice Spencer, a 4 mesi non ebbe modo di dare il suo consenso per l’utilizzo della foto. L’uomo chiede adesso alla band il pagamento di almeno 150mila dollari di danni.

Il web nel frattempo sottolinea che le motivazioni dell’uomo sembrano alquanto sospette, non solo perché fino a pochi mesi fa parlava sempre con entusiasmo della sua partecipazione all’album e utilizzava questo aneddoto per assicurarsi l’ingresso a molti party esclusivi, ma anche perché in una intevista con GQ ha ammesso che ha deciso di fare causa “qualche mese fa, quando ho contattato i Nirvana per chiedere se avrebbero preso parte al mio show artistico e continuavo a venire rimbalzato ai loro manager ed avvocati“.

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