L’ex bodyguard di Michael Jackson sulla stanza segreta per bambini: “Era solo una panic room”

Con le sue dichiarazioni rilasciate nel corso del “The Scott McGlynn Podcast Show”, l’ex guardia del corpo di Michael Jackson ha svelato la verità sulla presunta stanza segreta in cui si sostiene che l’artista molestasse i bambini.

L’ex bodyguard di Michael Jackson sulla stanza segreta per bambini: “Era solo una panic room”

Non c’è pace per Michael Jackson. A 11 anni dalla sua prematura scomparsa, la sua rimane una figura controversa che divide il grande pubblico. Ai numerosi fan che continuano a celebrarlo come un monumento che ha fatto la storia della musica, si contrappone una schiera di detrattori che lo accusano di essere stato un’artista reo di indicibili molestie ai danni di molti bambini.

Tra le tante accuse mosse in questi anni contro The King of Pop, troviamo infatti quella legata ad una presunta stanza segreta in cui il cantante si isolava con le sue piccole vittime. Citata anche lo scorso anno durante la diffusione del documentario “Leaving Neverland”, la camera viene periodicamente utilizzata per criticare l’artista che non ha più modo di difendersi.

A svelare la verità su quella presunta stanza degli orrori, ci ha pensato Matt Fiddes, ex bodyguard di Jacko. Ospite dello show di Scott McGlynn, l’ex guardia del corpo ha smentito che il cantante e ballerino abbia mai fatto costruire una stanza dove perpetrare i terribili crimini contro i minori. Detto in altre parole, la stanza segreta della residenza di Neverland era già lì quando il pluripremiato artista decise di acquistarla. A volerla era stato il precedente proprietario, che vi trascorreva del tempo quando cadeva vittima di qualche apprensione.

E una volta passata di mano, anche la star la utilizzò allo stesso modo. Non era quindi una child room dove rinchiudersi con le vittime di turno, ma più semplicemente una panic room dove gli stessi bodyguard gli ordinavano di rintanarsi nei momenti più critici. Come da lui ribadito, “moltissime volte delle persone si paracadutavano dentro la villa di Michael, così gli allarmi venivano spenti e i bodyguard dicevano a Michael di andare dentro la stanza”.

Come poi da lui stesso aggiunto, nella stanza poteva rinchiudersi anche nei momenti più stressanti, per uscirne solo quando fosse venuto a capo del problema che lo affliggeva. Niente stanza degli orrori quindi, ma soltanto un luogo tranquillo e isolato dove poter riflettere sul da farsi. L’ex bodyguard si disgusta dunque all’idea che i denigratori abbiano utilizzato questo appiglio per infangare la reputazione della pop star.

Per concludere, l’uomo che oggi è diventato uno stimato personal trainer, ha anticipato che molto presto i fan di questo mito intramontabile della musica potranno rimanere sorpresi: la ragione sarebbe da ricondurre alla pubblicazione di un album di musica inedita, a cui seguirà il lancio di un film biografico sullo stile di quanto già visto per Freddie Mercury.

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