Il Jova Beach Party del 2022, il tour estivo di Jovanotti, sta ricevendo numerose critiche. Molti ambientalisti però si sono scatenati durante la tappa del 5 agosto, ove ha avuto luogo il suo primo concerto a Fermo, una piccolo capoluogo della provincia ubicato nelle Marche.
Il rapper infatti viene accusato di devastazione ambientale causata dalla distruzione della vegetazione dunale per far posto al palco per l’evento di Fermo che tra l’altro ha portato alla protesta di diversi comitati ambientalisti. Nonostante questo però il WWF continua a supportare Jovanotti, rivelando come alcune delle polemiche nate da questa faccenda sono strumentali.
La risposta e le nuove accuse su Jovanotti
Lo stesso Jovanotti, con una diretta su Instagram, ha smentito in maniera piuttosto stizzita le ultime critiche nei suoi confronti: “Il Jova Beach Party non mette in pericolo nessun ecosistema. Non devastiamo niente, anzi le spiagge noi non solo le ripuliamo ma le portiamo ad un livello migliore di come le abbiamo trovate. Questo ce lo riconoscono tutte le amministrazioni locali”.
Le critiche di Jovanotti però non si fermano qui: “Il tour non è un progetto green-wash, questa parola mi fa ca**re così come mi fa schifo chi la pronuncia perché è una parola finta, è una parola che si usa… è un hashtag, e gli hashtag sapete dove dovete metterveli? È un lavoro fatto bene, che tiene conto dell’ambiente, se pensate non sia fatto bene venite a verificare”.
A mettere altra benzina sul fuoco però sono gli ultimi controlli ricevuti da Jovanotti. Sul web infatti è uscita la notizia di una presunta sospensione dell’attività per quattro ditte coinvolte nel mega-evento sulle spiagge, per la presenza di 17 lavoratori in nero.
Jovanotti però smentisce anche questa voce e, sempre durante la diretta, sottolinea che le tre società interessate hanno oblato in dodici ore, sono risultate in norma e stanno lavorando nel cantiere, e tra i lavoratori ci sono anche i presunti 17 non in regola.