Correva l’anno 1973 quando venne pubblicato uno degli album più leggendari di sempre, stiamo parlando di “The dark side of the moon” dei Pink Floyd, riconoscibile dalla figura geometrica a triangolo che risalta su un arcobaleno di colori con sfondo nero, creata dal graphic designer inglese George Hardie con il contributo di Storm Thorgerson e Aubrey Powell dello studio Hipgnosis.
Ebbene, l’album compie 50 anni e continua a mietere successo dopo tutto questo tempo, con milioni di dischi venduti; il gruppo britannico incise l’ottavo album in America, fu subito un successo mondiale, che andò ai quattro angoli del globo; la forza di questo album nasce dalla campionatura del battito cardiaco umano che si sente nella traccia, con varie sperimentazioni musicali.
I temi trattati sono tanti: si parte dal rapporto con i soldi con l’iconica Money fino a uno più metafisico, quello della morte, fino allo scorrere del tempo e alla follia più completa, legata indissolubilmente a Syd Barrett il membro fondatore della band, che ha lasciato il gruppo nel 1968, che ha sofferto di un crollo nervoso nella vita e affronta i brani in prima persona.
I membri, tutti dotati di un innegabile talento, hanno scritto le tracce in 7 settimane e con tecniche di ultima generazione; cosa rappresenta davvero il lato oscuro della luna? Il lato oscuro in ognuno di noi.
L’album fu sin da subito acclamato da pubblico e critica, avrebbero venduto 50 milioni di copie in cinquant’anni, ed è uno dei dischi più venduti in America.
Un buon risultato anche in Italia dove ha venduto il milione di dischi ed è al settimo posto in Gran Bretagna tra gli album più venduti negli anni Ottanta, famoso tanto quanto “The wall” con l’iconica traccia “We don’t need no education“di Another brick in the wall, che imperversa ancora oggi nelle classifiche globali di tutto il mondo con milioni di streaming.